Il proprietario di un fondo agricolo in via San Filippo nel Comune di Vico Equense, nella zona collinare posta sopra il cimitero, aveva comunicato che avrebbe effettuato lavori di costruzione di un pergolato. Ma la struttura si è presto trasformata in ben altro, con buona pace di ulivi e noci.
Gli uomini della stazione carabinieri Forestali di Castellammare di Stabia sono intervenuti a seguito di un esposto del Wwf Terre del Tirreno, che aveva inoltrato una segnalazione di alcuni escursionisti, e hanno provveduto all’immediato sequestro delle opere prive di ogni autorizzazione in spregio ai vincoli paesaggistici posti dalla L.R. n. 35/87 e dal D.lgs. n. 42/04
I carabinieri Forestali, accompagnati da un tecnico comunale, si sono imbattuti infatti in un manufatto in legno infisso al suolo, con pavimentazione in moduli di cemento, copertura, porte e finestre, che sarebbe stato usato come falegnameria. Una comunicazione di inizio lavori aveva attestato la realizzazione di un pergolato, utilizzato per proteggere gli agrumi. Le foto estratte da Google Street View già mostravano la struttura prima del completamento.
“Il caso della casetta al posto del pergolato – fanno sapere dal Wwf – è solo la punta di un iceberg dell’anarchia edilizia da troppo tempo in atto nel Comune di Vico Equense che, con le sue tante frazioni, ha un territorio davvero vasto, la qual cosa non giustifica il mancato controllo da parte degli uffici preposti di cantieri e opere che, senza soluzione di continuità, devastano quotidianamente un paesaggio tanto fragile quanto prezioso.
L’abusivismo edilizio in tali luoghi è, e rimane, una forma di clientelismo politico ben radicata e difficile da estirpare. Il meccanismo è sempre lo stesso e più che collaudato: il privato autocertifica con Cila o Scia le opere a farsi, nessuno controlla la veridicità delle dichiarazioni e né verifica la conformità dei lavori eseguiti.
Altre volte invece, per operazioni immobiliari ben più consistenti e redditizie (parcheggi, alberghi, casali, agriturismi, ristoranti, stabilimenti balneari, ecc.), i permessi e i pareri vengono tutti rilasciati dagli enti preposti, anche dove, a ben vedere, la normativa posta a tutela non lo avrebbe consentito. In questi casi siamo di fronte a veri “abusi” autorizzati. L’associazione del panda – conclude la nota del Wwf -, a riguardo, ha denunciato alla Procura di Torre Annunziata tutta una serie di casi riguardanti opere in contrasto col Put, talune realizzate con l’ausilio di grossi finanziamenti pubblici”.