Verso lo sciopero gli addetti alle pulizie degli ospedali della costiera

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Prossima alla proclamazione di una prima giornata di sciopero per le lavoratrici e i lavoratori addetti ai servizi di pulizia, sanificazione e igienizzazione delle strutture sanitarie della penisola sorrentina attinenti alla Asl Napoli 3-Sud.
L’organizzazione sindacale Ulssa, ha, infatti, attivato lo scorso 5 novembre lo stato di agitazione ed avviato la procedura di raffreddamento nel rispetto della legge per mancata la consegna dei dispositivi di protezione personale e delle divise da lavoro, oltre che per la mancata informativa e condivisione del Piano di prevenzione del contagio da Covid-19.

“Avendo inviato ben quattro missive e richieste d’incontro alla società Fulgente srl affidataria dei servizi – spiegano dal sindacato – e non ricevendo alcun riscontro in merito per le tematiche oggetto della procedura di raffreddamento e lo stato di agitazione, inevitabilmente e nostro malgrado , purtroppo saremo costretti a proclamare una giornata di sciopero, non appena saranno scaduti i termini previsti per la fase 2 della procedura di raffreddamento”.

“Riteniamo – chiariscono dall’Ulssa – che tali atteggiamenti delle società hanno di fatto violato i principi della nostra Carta Costituzionale (art. 39), della Carta dei Principi fondamentali europei, della Carta sociale dell’Unione europea e anche le leggi regolamentate dall’Organismo internazionale del lavoro.

Tali azioni sindacali che metteremo in atto, scaturiscono dalla mancanza di riscontro ed il persistere delle rivendicazioni da parte dei lavoratori nostri associati per la mancata consegna di divise da lavoro, degli adeguati dispositivi di protezione individuale, costituzione di un comitato anti Covid, condivisione di un piano attuativo nel rispetto di quanto previsto dal Dpcm del 26 aprile 2020 e dai protocolli previsti per la prevenzione da contagio Covid-19 a tutela della salute dei lavoratori sui tutti i luoghi di lavoro e per tutte le attività lavorative, sia per la organizzazione del lavoro e dei piani di lavoro per ogni singolo lavoratore”.

A far aumentare la tensione poi il fatto che, come spiegano sempre dall’Ulssa, “una lavoratrice madre iscritta alla nostra sigla sindacale, si è vista negare il sacrosanto diritto di poter accudire i propri figli (come consentito dalle leggi in materia di conciliazione vita e lavoro per le lavoratrici madri), poiché aveva fatto richiesta di poter lavorare nella fascia oraria dalle ore 14 alle ore 18. Accolta la richiesta venerdì scorso, nella giornata di lunedì riceveva un ordine di servizio dalla referente aziendale, la quale revocava il turno pomeridiano, mettendo in difficoltà la lavoratrice, poiché la stessa , avendo ben 4 figli di età minore e visto la chiusura delle scuole chiedeva di poter accudire i propri figli e di lavorare dalle 14 alle 18, invece la referente aziendale ha inserito nella fascia oraria richiesta due lavoratori tra l’altro assunti con contratto part time”.

“Non esiteremo – conclude Luigi Riccardi rappresentante della Ulssa – ad attivare azioni di tutela a salvaguardia dei diritti umani, lavorativi e sociali a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici madri, infatti il nostro legale ha già attivato le azioni a tutela della lavoratrice madre”.

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