La manovra finanziaria approvata dal governo che ora passa al vaglio del Parlamento prevede, tra le altre misure, l’aumento della cedolare secca dal 21 al 26 per cento per gli affitti brevi. Si tratta di una forma di ricettività prevista dalla norma che fa riferimento ai “contratti di locazione di immobili ad uso abitativo di durata non superiore a 30 giorni, ivi inclusi quelli che prevedono la prestazione dei servizi di fornitura di biancheria e di pulizia dei locali, stipulati da persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa, direttamente o tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare, anche attraverso la gestione di portali online”.
Contrarie, ovviamente, le associazioni del comparto extralberghiero con l’Abbac che chiede un tavolo di confronto urgente con il governo e il Parlamento per discutere di questo aumento della cedolare secca al 26% proposto in manovra.
“Si tratta di una chiara volontà di attaccare un settore, quello extralberghiero, che in questi anni ha garantito importanti flussi turistici, con i suoi posti letto, ricavati in abitazioni e immobili nei centri storici e nelle località interne della Penisola – dichiara il presidente Abbac e coordinatore osservatorio Otei, Agostino Ingenito –. Ricordo al governo che senza le locazioni brevi e soprattutto gli investimenti privati di cittadini molte località turistiche non avrebbero potuto accogliere quei flussi turistici di target medio basso ed individuali che, con le tariffe low coast delle compagnie aeree hanno garantito successo alle nostre destinazioni, garantendo un impatto significativo economico sui territori e nelle casse dei comuni con le imposte di soggiorno che pure il governo intende aumentare”.
In effetti la stessa manovra prevede La conferma per tutto il 2026 della possibilità, solo per i capoluoghi di provincia, di aumentare di 2 euro l’imposta di soggiorno, fino a un massimo di 7 euro che salgono a 12 euro nelle città d’arte. La norma, che quindi non si applicherebbe alle località turistiche che non siano capoluoghi, era stata pensata a fine 2023 con l’intento di favorire e garantire risorse alle amministrazioni locali in vista del Giubileo di quest’anno.
Tornando al discorso della cedolare secca sugli affitti brevi, Ingenito sottolinea che “non ci risultano in manovra azioni nei confronti del mondo alberghiero. Nel frattempo le destabilizzazioni geopolitiche in corso e le condizioni economiche stanno ridisegnando il turismo dei prossimi mesi con probabile riduzione dei flussi internazionali e decremento di quelli interni. Il governo ci ripensi e ci convochi per condividere una strategia concreta per il turismo italiano”.