Turismo. Stop al test antigenico per venire in Italia

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Scade a fine mese l’ordinanza che prevede che chiunque entri in Italia, anche se proviene da altri Paesi della Unione europea, debba presentare, prima di salire sull’aereo, il certificato del test antigenico negativo al Covid eseguito nelle ultime 24 ore. E questo vale anche per chi ha il Green pass, per chi è stato vaccinato con la terza dose. Tampone rapido per salire sull’aereo per fare rientro in Italia che frena anche le vacanze o i viaggi d’affari e di studio dei nostri connazionali verso l’estero.

Al ministero della Salute l’orientamento è di non prorogare questo obbligo dopo il 31 gennaio, riaprendo ai viaggi anche senza test antigenico o molecolare, ma applicando le regole del Green pass. C’è però un dubbio: dal primo febbraio in Italia la certificazione verde vale sei mesi, in altri Paesi europei nove. Un turista straniero che deve soggiornare in un hotel di Sorrento dal 2 febbraio, con un Green pass rilasciato sette mesi prima (valido quindi nel suo Paese, ma non Italia) deve essere respinto?

Un altro problema è quello dei vaccini. L’Italia riconosce come immunizzati solo coloro che hanno ricevuto la somministrazione dei cinque sieri autorizzati fino ad oggi da Ema, ma una parte consistente del mondo ha utilizzato il russo Sputnik o alcuni vaccini cinesi, comunque riconosciuti da Oms. Anche su questo punto bisogna fare chiarezza. E alla svelta.

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