Restano in carcere i cinque ex dipendenti dell’hotel Alimuri di Meta accusati di aver drogato e stuprato una turista inglese durante la notte tra il 6 e il 7 ottobre 2016. La decisione è del Tribunale della Libertà che ha rigettato gli appelli con cui i difensori degli indagati avevano chiesto gli arresti domiciliari per i loro assistiti. Solo nei prossimi giorni si conosceranno le motivazioni del provvedimento.
Per gli indagati, in cella dal 14 maggio scorso, è il secondo no alla richiesta di scarcerazione. Sempre il Riesame, infatti, nelle ultime settimane ha negato il ritorno in libertà di Fabio De Virgilio, Antonino Miniero, Gennaro Davide Gargiulo, Raffaele Regio e Francesco Ciro D’Antonio, confermando l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale di Torre Annunziata su richiesta della locale Procura.
Comunque non si esclude un nuovo ricorso, questa volta in Cassazione, da parte dei legali dei cinque indagati. Secondo i difensori, infatti, non ci sarebbero i presupposti della custodia cautelare in carcere: pericolo di fuga, inquinamento delle prove ed eventuale reiterazione del reato. Nel frattempo gli avvocati di De Virgilio hanno commissionato una perizia a un esperto tossicologo con l’obiettivo di smontare la tesi secondo la quale il barman, con il collega Miniero, avrebbe drogato la turista inglese 50enne per poi violentarla.