Strage di gatti a Marina del Cantone, Cacace: “Crudeltà estrema”

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MASSA LUBRENSE. In merito alla strage di gatti avvenuta negli ultimi giorni a Marina del Cantone pubblichiamo il comunicato del consigliere delegato al Randagismo del Comune di Massa Lubrense, Francesco Cacace:

“Quanto è accaduto negli ultimi giorni a Marina del Cantone è avvenimento di estrema gravità, crudeltà, pericolosità.
Fermo restando che tutte le possibili cause sono al vaglio di forze dell’ordine e servizi veterinari dell’Asl competente per il territorio che, con quello odierno (di ieri, ndr), hanno effettuato già tre sopralluoghi congiunti sul posto, ciò che si profila come un probabile avvelenamento di massa assume le sembianze di un vero e proprio attentato all’ecosistema della frazione marinara di Massa Lubrense. Una barbarie che semina sgomento e al contempo tanta rabbia tra tutti quanti si son da sempre adoperati per la corretta gestione dei randagi di Marina del Cantone, e non solo.

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Al fianco degli abitanti del borgo, che da anni si fanno carico, con l’ausilio di alcuni volontari, delle cure e dell’alimentazione dei felini, si era schierata infatti l’amministrazione comunale, grazie alla quale negli ultimi mesi, la colonia era stata oggetto di prelievi e sterilizzazioni programmati per il contenimento delle nascite. Sulla scorta della sensibilità e di un’unità di intenti tra il delegato alla materia, il sottoscritto Francesco Cacace, peraltro medico veterinario, e l’Enpa sezione Penisola Sorrentina, la giunta Balducelli stanziava un contributo di mille euro destinati allo scopo, per sopperire ai disservizi occorsi con l’inagibilità dei locali adibiti a sala chirurgica dell’Asl di Piano di Sorrento.

Ebbene, la maggior parte degli interventi di sterilizzazione, sverminazione e trattamento antiparassitario previsti per gatti randagi di siti ad alta densità del territorio comunale erano stati effettuati, grazie a tale contributo, proprio sull’insediamento di Marina del Cantone. Fatto sta, che oggi la stessa colonia felina risulta letteralmente decimata, verosimilmente, da un atto a dir poco scriteriato, criminoso ed efferato.

L’ultimo accertamento svolto nel pomeriggio odierno (sempre ieri, ndr), dalla polizia locale con l’Asl, il sottoscritto delegato al Randagismo ed alcuni abitanti del luogo ha portato ad individuare e raccogliere gli ultimi animali deceduti. È stato effettuato un rastrellamento sistematico dei principali luoghi di aggregazione e di foraggiamento alla ricerca di eventuali tracce di esche o bocconi (con esito negativo) al fine della bonifica ambientale, ed è stata effettuata l’affissione dell’apposita cartellonistica per avvisare del rischio potenziale connesso alla possibile presenza di sostanze tossiche.

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Contestualmente arrivava a mezzo posta certificata, dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, la conferma del “sospetto” avvelenamento, con la quale si intimava la posa in essere delle procedure connesse al caso. Di fatto, le stesse erano state già preventivamente predisposte dal sindaco Lorenzo Balducelli e realizzate grazie all’operato degli uffici preposti.

L’auspicio è che in questa triste vicenda le indagini ed i rilievi effettuati conducano all’individuazione del colpevole e che questo paghi per l’orribile reato di cui si è reso protagonista, anche se oggettivamente, le possibilità che ciò avvenga e sia in tempi brevi sono, come sempre in questi casi, non molte. Ma non si può far altro. È importante sottolineare che il quadro normativo nazionale prevede pene estremamente severe per chiunque uccide o maltratta animali per crudeltà e senza necessità (artt. 544 bis e 544 ter del Codice Penale), che arrivano sino a 2 anni di reclusione con multe fino a 30mila euro.

Inoltre l’ordinanza del ministero della Salute del 21 giugno 2017, proroga dell’ordinanza 13 giugno 2016, recante “Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati” sottolinea, all’art. 1 che, ai fini della tutela della salute pubblica, della salvaguardia e dell’incolumità delle persone, degli animali e dell’ambiente, è vietato a chiunque utilizzare in modo improprio, preparare, miscelare e abbandonare esche e bocconi avvelenati o contenenti sostanze nocive o tossiche, compresi vetri, plastiche e metalli o materiale esplodente, che possono causare intossicazioni o lesioni o la morte del soggetto che li ingerisce.

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Infine, si ricorda quanta attenzione abbia riservato, in questi 2 anni e mezzo, l’amministrazione comunale al fenomeno del Randagismo canino e felino, con l’impiego di risorse ed il raggiungimento di obbiettivi come mai prima a Massa Lubrense ed in tutta la Penisola Sorrentina:
3 edizioni della “Giornata del Microchip Gratuito” con oltre 160 cani microchippati, la possibilità di adozioni in loco ed il beneficio di programmi per l’inserimento del cane in famiglia; un evento ludico formativo con distribuzione kit per la raccolta deiezioni e dimostrazione delle potenzialità dei pet a supporto dei disabili;
Ordinanza comunale n. 64 del 2016 per la lotta al randagismo;
Campagna di sensibilizzazione di igiene ambientale per la raccolta delle deiezioni;
Campagna di sensibilizzazione contro l’abbandono, nelle scuole primarie del comune;
Pattugliamento del territorio con la Polizia Locale e sanzioni;
Progetto “Prevenzione del Randagismo” – contributo per la sterilizzazione di gatti randagi;
Azzeramento del numero di cani del comune in canile;
Percorso cani (Manutenzione);
Rapporti costanti con le associazioni.

Iniziative importanti che rispecchiano il ruolo socio-educativo, che insiste nell’operato di un’amministrazione attenta e sensibile a tematiche sempre più sentite, come il rispetto per gli animali quali esseri senzienti, e incarnano l’obbiettivo di mandato nel delicato compito della lotta all’annoso e sempre presente fenomeno dell’abbandono di animali nonché alla sua più diretta conseguenza, il randagismo”.

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