Ieri abbiamo riportato la notizia di alcune bagnanti morse in acqua da pesci mentre facevano il bagno a marina di Puolo, nel tratto al confine tra Sorrento e Massa Lubrense. Una donna è stata costretta anche a ricorrere alle cure del proprio medico curante a causa di una forte irritazione alle gambe con prescrizione di terapia a base di antibiotico e cortisone.
Per fare luce sulla vicenda interviene il professor Adriano Madonna, responsabile del Processo di identificazione di specie ittiche (Isi) del Laboratorio Eclab del Dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli.
“Il fenomeno – spiega Madonna a Gaetano Milone per TuttoSanità – comune lungo tutta la costa, è dovuto al riscaldamento climatico, in particolare in zone dove l’acqua è più calda, raggiungendo e superando in questi giorni, i trenta gradi, ad una profondità media di un metro. Non è legato solo all’acqua ma soprattutto alla luce del sole, che a differenza di una volta, arriva con tutte le sue irradiazioni luminose e lunghezze d’onda (a causa anche del buco dell’ozono), provocando una iperdesquamazione della nostra cute, con abbondanza di pelle morta, molto appetibile dai pesci onnivori e carnivori della criptofauna (saragotti, guarracini) presenti in bassi fondali o anfratti rocciosi”.
Il fenomeno, quindi, è dovuto al surriscaldamento del mare ed all’iridescenza luminosa. Morsi quindi di piccola entità su soggetti con grossa iperdesquamazione della pelle, da pesci comuni nelle nostre acque.
Anche la foto che pubblichiamo in alto è del sito TuttoSanità.