Un piano è verde, l’altro è blu. Poi c’è la parte interrata che accoglie i reperti archeologici, un altro livello per la collezione di ceramica, più il piano terra dove si trovano biglietteria, bookshop e caffè letterario. È come appare il museo Correale di Terranova di Sorrento dopo il restyling appena concluso. La struttura nel 2024 festeggia il primo secolo di vita e dal 24 aprile partono le celebrazioni con la riapertura dopo oltre un anno di lavori. Rinnovato anche l’allestimento che ora è più moderno.
Ora i connotati sono quelli di un museo internazionale, insomma. Ed è già aperta la mostra dal titolo “Still life, vite silenziose”, con la quale vengono esposte le tante nature morte della collezione del Correale, tra cui diverse che si possono ammirare per la prima volta essendo state rispolverate dai depositi del museo.
Tema che consente di mostrare al pubblico i quadri più antichi del Correale. Ci sono opere di Giovambattista Ruoppolo, Gaetano Cusati, Aniello Ascione, Giuseppe Tomajoli, Alexandre Dubuisson, Christian Berentz, Nicola Casissa, Tommaso Realfonso, Andrea Belvedere, con testimonianze della scuola fiamminga come Seghers e De Koninck.
Per quanto riguarda la nuova organizzazione degli ambienti l’idea è quella di sfruttare il primo piano per ospitare convegni e concerti e per valorizzare la collezione permanente del Correale tra cui spiccano opere di Artemisia Gentileschi, Luca Giordano, Bernardo da Cavallino, Giovanni Lanfranco, Salvator Rosa, Micco Spadaio, Albrecht Dürer.
Nel secondo invece si darà spazio alle mostre temporanee con i pezzi di proprietà del museo e prestiti. L’ultimo piano è per le ceramiche mentre nei sotterranei la novità: una sezione archeologica i cui reperti prima erano diffusi nei vari spazi del palazzo.
C’è anche l’illuminotecnica di avanguardia e un commento musicale per ogni sezione dell’edificio. Le composizioni fanno capo a “Il suono nell’opera”, un progetto donato alla struttura dall’associazione Le Amiche del museo Correale: i brani strumentali sono stati espressamente composti per il museo e firmati dal Solis String Quartet.
