Sorrento. Guerre in Medioriente, timori per il turismo

“Quando ci sono tensioni geopolitiche, i governi di molte nazioni possono emettere avvisi di viaggio, sconsigliando i propri cittadini di visitare determinate aree, inclusa l’Italia, se percepita come un possibile obiettivo o come parte di una zona instabile”, A lanciare l’allarme è il presidente Abbac e coordinatore Otei Osservatore turistico internazionale, Agostino Ingenito. In realtà già a fine maggio l’amministrazione Trump ha alzato di un livello il “travel advisory” (avvertimento per i viaggi) per l’Italia, invitando i turisti americani a “esercitare maggiore prudenza” a causa del “rischio di violenza terroristica”.

Emesso il 23 maggio, l’avvertimento alza dal livello di base uno a due il punteggio riservato al territorio italiano. La maggior parte dei Paesi europei è a rischio uno in una scala di quattro, mentre hanno il grado due Spagna, Germania, Francia ed da qualche settimana, quindi, anche l’Italia. Il “travel advisory” avverte che terroristi potrebbero attaccare “senza o con poco avvertimento” e invita alla prudenza in luoghi di interesse turistico.

Ed ora sono arrivati gli attacchi americani all’Iran. “Questa situazione rischia di portare a una riduzione del flusso turistico, con conseguenti perdite per le attività locali, dal ricettivo ai ristoranti, fino ai negozi e ai servizi di trasporto – rileva Ingenito -. Inoltre, le compagnie aeree potrebbero ridurre il numero di voli verso l’Italia o aumentare le tariffe, come sta già avvenendo in questo ultimo periodo, limitando ulteriormente l’accessibilità per i turisti.

In un contesto di aumento dei costi e di riduzione delle opzioni di viaggio, si rischia di scoraggiare i visitatori, che potrebbero optare per destinazioni più sicure e stabili. L’effetto a lungo termine può essere una diminuzione della reputazione dell’Italia come meta turistica, influenzando negativamente le entrate e l’occupazione nel settore.

Si teme una riduzione di flussi di turismo americano, già in calo in questi ultimi mesi malgrado l’Italia sia oggi meta privilegiata. Rischi poi per le nostre maggiori destinazioni in Campania come per la costiera amalfitana, Capri e la penisola sorrentina. Negli ultimi due anni l’aeroporto ha sfiorato la soglia di 12 milioni di arrivi, e con il Costa d’Amalfi di Salerno dallo scorso luglio vi sono stati ulteriori 300mila sbarchi. La vicinanza di Capodichino a base Nato preoccupa ulteriormente”, conclude Ingenito

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