Sorrento e la costiera piangono il cavaliere Antonino Stinga

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Ciao Cavaliere. Vai da Sant’Antonino, certamente ti sta aspettando, grato per tutto quello che hai fatto per il suo culto. Antonino Stinga, un uomo forte e caparbio ma con un grande cuore, è morto oggi all’età di 91 anni. Un imprenditore saggio e combattivo che, partito da un carretto trainato da cavalli, ha saputo costruire un impero, un’azienda leader nel trasporto merci nota in tutta l’Europa.

Ha lasciato un solco profondo a Sorrento, innumerevoli i suoi impegni per la città e per il suo Santo Patrono. Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo come assessore comunale lo ricorda la mattina all’alba quando girava per le strade di Sorrento per indicare agli spazzini anche le carte da raccogliere. E poi la Società Operaia di Mutuo Soccorso, la lunga presidenza finalizzata alla valorizzazione del Sedil Dominova. Un uomo che ha anche tanto sofferto: la perdita di due figli lo ha segnato in maniera profonda e solo con gli amici veri riusciva a far percepire nello sguardo il suo dolore.

I funerali saranno celebrati sabato mattina alle ore 9 nella Cattedrale di Sorrento.

Alla famiglia Stinga le più sincere condoglianze di SorrentoPress.

Il messaggio di cordoglio del sindaco di Sorrento, Massimo Coppola:
“Imprenditore di successo, amministratore pubblico illuminato, impegnato nel campo dell’associazionismo e del sociale. Con la scomparsa di Antonino Stinga, la nostra città perde una figura forte e carismatica che ha intrecciato la sua storia personale con quella di Sorrento, dal 1931 ad oggi. Rimangono di lui, consigli ed aneddoti, che custodirò gelosamente tra i miei ricordi più preziosi. Il suo percorso, da vero self made man, possa essere da insegnamento per tanti giovani, a percorrere la stessa strada fatta di passione, umiltà e caparbietà”. Così il primo cittadino di Sorrento, alla notizia della scomparsa di Antonino Stinga, già consigliere ed assessore comunale, noto imprenditore nel settore dei trasporti.

In un commosso messaggio, idealmente rivolto ad Antonino Stinga, lo scrittore sorrentino Raffaele Lauro ne ha voluto celebrare gli “amori” e, in particolare, il sentimento dominante di tutta la sua lunga, operosa e fervida esistenza terrena: l’orgoglio di essere sorrentino: “Antonino, amico di una vita e premuroso fratello, che piango, con sincero dolore, stringendomi, con affetto, in questo triste distacco terreno, a tutti i tuoi cari, desidero ricordare, a conforto di quanti ti hanno amato e stimato, come ho fatto nel novembre scorso, nella memorabile serata, al Parrucchiano, di presentazione della tua autobiografia, le tappe e le stelle polari della tua entusiasmante epopea: la famiglia, il lavoro giovanile da carrettiere, i cavalli, l’impresa di logistica, i grandi automezzi da trasporto e per la pubblica pulizia, la fama di essere un “Masto”, nel risolvere problemi complessi, la comunità della società operaia, la politica, l’amministrazione comunale, gli appalti vinti, gli immobili acquistati, la cultura contadina degli agrumeti, specie dei limoni, le bellezze naturali delle nostre colline, della costa e degli anfratti, il fascino femminile, il viaggiare, lo scoprire nuovi mondi e nuove realtà, le zie suore, il culto delle cose belle, la poesia vernacolare, ereditata dalla tua amatissima madre, le canzoni classiche dell’epopea canora partenopea, il mare, certo il mare, soprattutto il mare, le barche, la pesca delle ricciole, i trofei ittici e i tuoi rientri trionfali a Marina Grande, con la stiva ricolma di pescato, da fare invidia ai vecchi pescatori, dai volti bruciati dal sole, stupiti e ammirati da tanta tua sagacia marinara. E tu in piedi, ritto accanto all’albero maestro, come un corsaro turco allo sbarco ad Istanbul, nel tramonto sul Corno d’Oro, con le prede conquistate nel Mediterraneo. Ci vorrebbe, amico caro, un’enciclopedia per trattare a fondo di tutti i tuoi “amori” e di tutte le tue “passioni”, umane, troppo umane, umanissime, ma sempre limpide. Nel discernere in questa giungla, non posso trascurare, in quest’ora di commiato, quelle che mi hanno visto testimone diretto. A partire dal tuo esibito orgoglio di essere nato cittadino di Sorrento. Sorrento, Sorrento, Sorrento: l’amore per la tua Sorrento è stata una costante del tuo agire, dell’agire da cittadino sorrentino, da Antonino Stinga fu Luigi. Un amore totale e totalizzante, senza limiti e senza riserve, che si è inverato e identificato nel tuo nome di battesimo, Antonino: il maschio primogenito di Giuseppina Stinga e di Luigi Stinga, al quale fu imposto il nome del nostro Santo Patrono. Nel tuo cuore e nella tua mente, quindi, il sentimento della sorrentinitá, l’orgoglio della sorrentinità, il senso esclusivo di appartenenza ad una popolazione privilegiata, abitatrice di una terra baciata da Dio, ha palpitato, in te, fin da ragazzo. Amante del bel vestire, quasi vanitoso, andare alle liturgie di Sant’Antonino o alla processione del Santo, per il centro storico, era per te più impegnativo del doverti agghindare per essere ricevuto in una ipotetica udienza alla corte del Re. Quante volte ti ho visto emozionato, quasi commosso, non solo nelle celebrazioni religiose, ma anche in quelle civili, nell’approvare le decisioni di giunta, in consiglio comunale, nelle manifestazioni celebrative o nel ricevimento di personalità politiche. Situazioni emotive che risvegliavano in te la fierezza della sorrentinità: da un uomo rude, abituato a rapporti di lavoro, ruvidi e sbrigativi, ti trasformavi, Ti emozionavi e rivelavi una tenerezza nascosta. Quasi lo stupore fanciullo di trovarti in quel posto e in quel momento a rappresentare la tua amata Sorrento. Te lo leggevo negli occhi quando, in giunta, riferivi dalla soluzione di problemi, legati alla tua delega assessoriale al corso pubblico. Ho intercettato questa tua vibrante emozione interiore in tante occasioni pubbliche e in convivi privati, fino al nostro ultimo incontro del novembre scorso, quando di fronte alla mia narrante memoria di alcuni episodi affettivi, legati a persone scomparse e, sempre, a Sorrento, sei stato travolto dalla commozione. Con te, oggi, scompare un’altra icona della sorrentinitá, ma la pagina da te scritta, su Sorrento, con tanti gesti di amore filiale e di generosità, resterà per sempre nella storia della nostra nobile città”.

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