Slittamento festa di Sant’Antonino, la lettera di don Luigi Di Prisco

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SORRENTO. Continua ad animare il dibattito tra i fedeli la decisione dell’arcivescovo Francesco Alfano di posticipare di un giorno la festa di Sant’Antonino. Iniziativa legata alla concomitanza della data del 14 febbraio, tradizionalmente dedicata alle celebrazioni per il patrono di Sorrento, con il Mercoledì delle Ceneri, che impone ai cattolici di astenersi da feste ed altre celebrazioni.

Per fare chiarezza sulle motivazioni che hanno spinto la Curia sorrentina ad imporre lo spostamento al 15 febbraio di tutti i riti dedicati al culto del patrono, comprese le cerimonie liturgiche e la processione con la statua del Santo per le strade di Sorrento, il rettore della Basilica di Sant’Antonino, don Luigi Di Prisco, ha diffuso una lettera ai fedeli che riportiamo di seguito.

Cari fedeli, già vi è noto che la festa di Sant’Antonino quest’anno viene posticipata al 15 febbraio. Questo perché mercoledì 14 febbraio 2018 coincide con il giorno delle Ceneri, inizio del sacro tempo di Quaresima. In questo giorno la liturgia della Chiesa Cattolica non consente altre celebrazioni e tutte le feste che per calendario cadono il Mercoledì delle Ceneri slittano al giorno dopo.

Statisticamente questa coincidenza avviene molto di rado. L’ultima volta è accaduta nel 1945 e accadrà ancora nel 2029. poi nel 2040.

Pur sembrando insolito per noi sorrentini non festeggiare il santo patrono il 14 febbraio, tuttavia ci è permesso di cogliere un aspetto essenziale della vita cristiana che ci fa sentire molto più vicini a Sant’Antonino, il quale è stato monaco benedettino, osservante di una regola il cui punto di forza è la conversione a Cristo, mediante la penitenza, l’obbedienza, il lavoro e la preghiera.

La Quaresima, tempo di particolare grazia per la nostra salvezza, ci invita a tornare a Dio con tutto il cuore guidandoci con la sua proposta austera alla Pasqua di risurrezione, al passaggio da una vita cristiana tiepida e mediocre alla maturità della vita coraggiosamente evangelica.

Sant’Antonino, maestro della lotta contro il Maligno, ci sia di esempio e ci guidi nel dare spazio all’ascolto della Parola di Dio, ad amare di più la preghiera, ad usare l’arma della penitenza nella lotta contro il peccato, a praticare l’amore fraterno e la solidarietà.

Sia questo lo spirito, cari fedeli, con cui accogliere il 14 febbraio in Basilica le ceneri che l’arcivescovo imporrà sul nostro capo ricordandoci che siamo polvere e che in polvere ritorneremo, ma che dalla morte possiamo risorgere alla vita eterna mediante la conversione al Vangelo.

Il giorno seguente tributeremo al Santo patrono la festa che la nostra tradizione gli riserva ogni anno, sostenuti dalla speranza che un giorno potremo con lui “dopo una buona vita e una santa morte godere Dio nella eternità beata”.

 

 

 

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