Rilancio della tarsia lignea, un convegno a Sorrento

mostra Botteghiamo

Venerdì prossimo, 15 luglio 2022, a partire dalle ore 1o, il Museobottega della Tarsialignea di via san Nicola, a Sorrento, ospita un convegno su “L’arte della tarsia lignea nel duemila, tradizione e innovazione”. Dopo il benvenuto del sindaco Massimo Coppola ed i saluti di Rosanna Romano, della direzione per le Politiche culturali ed il Turismo della Regione Campania, prenderanno il via i lavori moderati dal giornalista Antonino Siniscalchi.

In programma interventi di Federico Martinelli, presidente dell’associazione Quinta Parete di Verona su “La tarsia lignea oggi: spunti per la tutela e la diffusione di un’arte antica”; Francesco Lazzar, direttore artistico delle Rassegne dei maestri intarsiatori lignei “Luci ed ombre sulla produzione di pannelli artistici intarsiati”; Enrico D’Errico, docente presso il liceo Francesco Grandi di Sorrento “Il corso di tarsia nell’Istituto Grandi, lo stato attuale”; Raymond Bondin ex ambasciatore di Malta presso l’Unesco Membro esecutivo dell’Iccrom “La tarsia lignea, un’arte che merita di essere maggiormente valorizzata”; Laura Silvestro di Zètema progetto cultura – Roma Responsabile librerie e biglietterie “Il merchandising museale, raccontare la bellezza italiana”.

Nuova mostra sulla tarsia sorrentina

Nel pomeriggio, alle 14:30 la ripresa dei lavori con Leonardo Di Mauro presidente dell’Ordine degli Architetti di Napoli e Provincia su “Il futuro di un mestiere antico”; Francesca Fedeli storica dell’arte “L’Intarsio in età contemporanea. Andrea Fedeli e la collaborazione con i designer Ettore Sottsass ed Alessandro Mendini”; Pietro Nunziante della facoltà di Architettura – Università Federico II di Napoli “Artigianato e Design. Dalla tarsia ai pattern”; Giuseppe Oliviero presidente Cna Campania Nord “Il recupero delle filiere artigiane tra tradizione e innovazione”.

Alessandro Fiorentino direttore del Museobottega della Tarsialignea farà le considerazioni finali ed illustrerà la programmazione di iniziative future. A seguire l’inaugurazione della mostra delle opere degli intarsiatori invitati all’evento.

ESTRATTO DAL CATALOGO DELLA MOSTRA INTRODUZIONE
La Tarsialignea, l’arte che si è sviluppata in Italia alla fine del Quattrocento ed è proseguita nei secoli successivi attraverso i mobili di Piffetti e Maggiolini fino alle opere dei maestri intarsiatori dell’Ottocento, ha ancora un futuro?
La domanda è quanto mai legittima in un epoca in cui, con la diffusa presenza delle moderne tecnologie, la manualità artistica sta sempre più diventando un ricordo del passato. Le botteghe degli intarsiatori che fino alla metà del Novecento caratterizzavano con la loro presenza i centri storici di molte città italiane sono state progressivamente chiuse. Intere comunità di maestri intarsiatori, come quella Sorrentina, si sono ridotte a poche unità. Sono dati che attestano una crisi profonda se si considera che il comparto dell’intarsio sorrentino, quello più attivo in Italia, contava negli anni Ottanta del secolo scorso circa 700 addetti ed oggi si ritrova con solo 15 intarsiatori anziani.
L’intero comparto vive un processo di non ritorno nel corso del quale si sta concretizzando la scomparsa di un sapere manuale che ha contribuito per secoli ad arricchire il nostro patrimonio artistico.
Questo stato di fatto non può essere imputato solo agli intarsiatori che, pur essendo dotati di una notevole manualità, per la maggior parte non hanno saputo adeguarsi all’evoluzione del mercato. E’ soprattutto mancata da parte delle istituzioni la dovuta attenzione nel predisporre idonei provvedimenti per la salvaguardia del patrimonio immateriale di intere comunità e che oggi si sta perdendo tra l’indifferenza generale.
Prima che il mercato dell’oggetto souvenir, tanto caro ai turisti, fosse saturato dall’invasione dei prodotti cinesi, sarebbe stato opportuno promuovere per l’intero settore dell’artigianato artistico, compreso la tarsia lignea, iniziative atte a sviluppare, con il supporto di un design moderno, un mercato indirizzato alla produzione di pezzi unici o di piccole serie. Né sono stati istituiti sgravi fiscali o provvedimenti finalizzati a confermare nel tempo l’apertura delle antiche botteghe degli intarsiatori, in passato luoghi di formazione per intere generazioni e nelle quali, da padre in figlio, si trasmettevano antichi saperi e tecniche di lavorazione.
Anche le scuole d’Arte, aperte in Italia alla fine dell’Ottocento per favorire lo sviluppo dei vari comparti dell’artigianato artistico, nel corso degli anni hanno deviato dall’indirizzo didattico per il quale erano state istituite.
Nelle scuole, trasformate dal legislatore in Licei Artistici, i corsi sono stati indirizzati verso altre discipline, più legate alla cultura del nostro tempo ma lontane dalle tradizioni artistiche dei rispettivi territori.
In questo contesto culturale ed economico la Fondazione Alessandro e Alma Fiorentino, che ha tra gli scopi sociali la salvaguardia e la valorizzazione della tarsialignea, ha condotto un indagine a livello nazionale sugli artigiani, sulle aziende e sulle scuole ancora attive nel comparto dell’intarsio.
E’ emerso che nel settore della tarsia lignea esistono aziende che, attente all’evoluzione del mercato, realizzano già da diversi anni arredamenti intarsiati per una committenza internazionale. Pur apprezzandone l’indirizzo di mercato, non può essere condivisa la loro scelta di abbandonare il traforo manuale delle lamine e trasferire al laser l’intero ciclo produttivo.
A confermare la tradizione del traforo eseguito a mano sono rimasti i pochi intarsiatori presenti in varie città italiane. Alcuni lo esercitano solo per passione, mentre altri, non molti, esercitano l’intarsio come attività professionale nel proprio laboratorio.
La loro produzione si limita alla realizzazione di pannelli intarsiati, raramente si spingono a progettare l’intarsio come complemento di arredo. Su questo indirizzo sono emerse alcune iniziative, poche, di aziende che nella loro produzione hanno saputo associare la tradizionale manualità dell’intarsiatore con la progettualità di noti architetti quali Mendini, Portoghesi, Sottsass ed i napoletani Alison e Dalisi.

intarsio

LA MOSTRA
La Fondazione Alessandro e Alma Fiorentino, a conclusione dell’indagine sugli intarsiatori attivi in Italia, ha organizzato a Sorrento nel Museobottega della Tarsialignea l’Evento dal titolo “La tarsialignea in Italia nel Duemila, tradizione e innovazione”.
L’Evento, che ha lo scopo di richiamare l’attenzione degli addetti ai lavori sull’intero comparto, prevede un Convegno e una Mostra, due avvenimenti di discussione e di confronto.
All’iniziativa ha aderito con una selezionata presenza di intarsiatori l’Associazione Quinta Parete di Verona, che da anni è impegnata a realizzare in varie città italiane Rassegne d’arte con l’esposizione delle opere intarsiate dei propri associati.
Il Convegno è finalizzato ad approfondire le varie problematiche che hanno provocato l’attuale crisi e che condizionano il futuro di quest’arte; dalla mancanza di un’idonea formazione all’assenza di una produzione mirata ad un mercato alternativo a quello del souvenir.
I documenti del passato attestano che l’arte della tarsia lignea nel corso dei secoli ha prodotto opere finalizzate ad arredare ambienti ecclesiastici e dimore private.
E’ sufficiente citare ad esempio le tarsie realizzate per i cori intarsiati da fra Giovanni da Verona e quelle realizzate da Giovanni da Maiano per lo studiolo nel Palazzo Ducale di Urbino.
Anche nei secoli successivi la produzione intarsiata si è tradotta in opere eseguite su commissione per committenze ricche e colte alle quali occorre ritornare se si vuole trovare per la tarsia lignea un indirizzo produttivo che restituisca al prodotto intarsiato il valore che compete ad un opera artistica.
La tarsialignea, come altri comparti dell’artigianato artistico, non può essere indirizzata verso un mercato di massa che spesso non ha la cultura per apprezzare il contenuto artistico dell’opera intarsiata né tanto meno la capacità economica per riconoscerle il giusto valore.
Per riacquistare il plusvalore che è proprio dell’opera artistica occorre indirizzare la produzione intarsiata verso un mercato d’elite, caratterizzato da pezzi unici o da piccole serie.
Inoltre occorre curare l’aspetto progettuale dell’opera che può essere assicurato attraverso la formazione di intarsiatori dotati non solo sul piano della manualità ma capaci di realizzare progetti adeguati di volta in volta alle richieste della committenza.
Per raggiungere questi intenti sarà fondamentale programmare, a monte della promozione di un nuovo mercato e della riqualificazione artistica dell’opera intarsiata, un idoneo percorso formativo per una moderna figura di intarsiatore alla cui realizzazione le scuole di design e di architettura possono dare un notevole contributo.
I relatori che interverranno al Convegno hanno estrazioni diverse.
Ci saranno le testimonianze degli intarsiatori con le loro problematiche, di rappresentanti delle istituzioni addette alla valorizzazione dell’artigianato artistico, di architetti e designer, mentre altre ed approfondite testimonianze saranno offerte dai rappresentanti del mercato delle opere intarsiate.
La Mostra delle opere dei maestri intarsiatori attivi in Italia tra la fine del secolo scorso e l’inizio del Duemila sarà inaugurata a chiusura del Convegno e resterà aperta fino al 20 agosto 2022.
L’esposizione delle opere dei circa 40 intarsiatori provenienti dal nord al sud dell’Italia, oltre a favorire il confronto di linguaggi e tradizioni artistiche diverse, intende fare il punto sull’attuale indirizzo della produzione intarsiata.
I pannelli intarsiati sono le opere più numerose, alcune sono la riproduzione in legno di quadri e disegni di noti artisti del passato mentre altre sviluppano disegni e tematiche più personali e moderne.
Accanto ai pannelli sono esposti mobili ed oggetti intarsiati, esempi concreti nei quali la decorazione intarsiata si conferma come plusvalore di opere più complesse sul piano funzionale e strutturale.
A conclusione del Convegno e della Mostra mi auguro che possa svilupparsi, con la collaborazione delle istituzioni, l’azione indispensabile per la sopravvivenza del comparto della tarsia lignea, indirizzandola verso un processo di radicale rinnovamento, senza tradire la tradizionale esecuzione manuale dell’opera.

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