Restano in cella i 5 presunti stupratori della turista di Meta

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META. Per ora restano in carcere i 5 presunti stupratori della turista dell’hotel Alimuri di Meta. La decisione del Gip del Tribunale di Torre Annunziata riguarda solo due degli arrestati, Fabio De Virgilio e Antonino Miniero. Entrambi, così come i loro ex colleghi, Gennaro Davide Gargiulo, Raffaele Regio e Francesco Ciro D’Antonio (che dopo l’interrogatorio di garanzia non avevano presentato istanza di scarcerazione al Gip) sperano di essere rimessi in libertà dal Tribunale del Riesame.

Intanto i difensori si preparano per tentare di smontare la tesi dell’accusa. Legali che puntano sulla mancanza di riscontri alla somministrazione della cosiddetta “droga dello stupro” alla donna inglese. I test dai quali è emersa l’assunzione di benzodiazepine, infatti, coprono un arco temporale di tre mesi, ben più ampio, quindi, della settimana di vacanza che la turista ha trascorso a Meta. In pratica non si può avere la certezza che sia stata narcotizzata, nella notte tra il 6 e il 7 ottobre, col Ghb sciolto nel drink offertole dai due barman in servizio presso la struttura prima della violenza sulla piscina. Anche perché quella stessa sostanza è contenuta in farmaci di uso comune.

Gli avvocati degli arrestati nutrono dubbi anche sulla ricostruzione dei fatti fornita dalla figlia della vittima alla polizia del Kent dopo il rientro in Patria e la formalizzazione della denuncia. La giovane ha dichiarato di aver cenato, la sera del 6 ottobre 2016, nel ristorante dell’albergo insieme alla madre con la quale avrebbe condiviso una bottiglia di vino rosato. Entrambe avrebbero poi bevuto un bicchierino di limoncello offerto da un cameriere, un drink e altri cicchetti a base di vodka. Per quanto ubriaca, la figlia della vittima si sarebbe sottratta alle avances di un barista dicendo di essere fidanzata, dopodiché avrebbe vomitato nel bagno che sorge di fronte alla spa dell’hotel.

“Mia madre – ha detto la ragazza – è venuta a vedere come stavo e mi ha detto di andare in camera mia”. Perché la vittima ha suggerito alla figlia di tornare nella stanza senza andare con lei? In base alla tesi della Procura di Torre Annunziata la turista in quel momento era già sotto l’effetto della droga e pronta ad essere abusata prima dai due barman e poi da un’altra decina di uomini. Al contrario i legali della difesa ritengono che le sue parole riflettano la volontà di consumare un rapporto sessuale lontano dagli occhi della figlia.

Ma ci sono altri dubbi sul resto della versione della ragazza: “Quando sono salita in camera ho bussato, ma nessuno ha risposto. Ho guardato in giro nell’hotel, ma non ho trovato mia madre. Sono andata a prendere l’ascensore per tornare nella stanza quando ho visto mamma in un altro ascensore con uno sconosciuto. Sembrava che la stesse scortando in camera, non sembrava in difficoltà. Le ho chiesto dove fosse stata, ma non mi ha risposto”. La giovane ha, quindi, ammesso di aver pensato che la madre fosse “andata via con un ragazzo” e di essere stata “infastidita” da quell’atteggiamento.

Ma perché la figlia che ha perso le tracce della madre non ha avvertito il personale dell’hotel? Forse perché sotto gli effetti dell’alcol. Ma c’è anche la possibilità che volesse lasciarle il tempo di consumare un rapporto sessuale. Un altro punto sul quale si svilupperà il confronto tra accusa e difesa.

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