Presunti abusi sessuali e maltrattamenti su sette studenti nei locali della scuola Salvati di Castellammare di Stabia, al via l’incidente probatorio. Ieri mattina sono stati ascoltati i primi quattro alunni dell’istituto che, insieme ad altri tre compagni, tutti di età compresa tra gli 11 e i 12 anni, hanno raccontato di aver subito comportamenti “sessualizzanti” dalla 37enne insegnante di sostegno residente in penisola sorrentina, da due mesi detenuta nel carcere di Benevento per le pesanti accuse nei suoi confronti.
I quattro minori hanno risposto alle domande, ripercorrendo quanto accaduto tra l’ottobre 2023 e lo stesso mese dell’anno successivo all’interno della “saletta” della scuola del plesso di Scanzano, dove l’insegnante portava a gruppetti di due-tre i sette alunni nel corso delle lezioni. Le indagini, condotte dai carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia dopo la denuncia di alcune mamme, sono state coordinate dalla Procura di Torre Annunziata.
In quella aula, che aveva dato il nome ad una chat tra la professoressa e gli alunni, sarebbero stati visionati filmati hard e un ragazzino avrebbe subito atti sessuali. Inoltre, tra i messaggi ci sarebbero tante conversazioni a sfondo sessuale tra la 37enne ed i ragazzini.
Come riporta Dario Sautto su Il Mattino, ieri mattina gli alunni avrebbero confermato quasi totalmente i racconti già forniti in precedenza alla presenza del pubblico ministero e di una psicologa, che ha valutato la piena attendibilità di quanto esposto dagli studenti. Anche l’insegnante – assistita dall’avvocato Francesco Cappiello – ha nominato come consulente una psicologa forense che relazionerà sugli stessi aspetti.
Al racconto, sono stati aggiunti alcuni dettagli, legati alle perizie sui dispositivi elettronici sequestrati alla 37enne, agli alunni e recuperati a scuola. In particolare, da un pc presente all’interno della sala computer è emerso che il 16 ottobre scorso qualcuno ha effettuato l’accesso su alcuni siti pornografici direttamente da scuola.
Dai racconti dei ragazzi, però, emerge un dettaglio: i filmati che avrebbero visionato a scuola sarebbero stati proiettati dalla lim (la lavagna elettronica) e da un telefonino. I dati raccolti finora, però, non troverebbero conferma, poiché dai telefonini e dalla memoria della lim tutto ciò non sarebbe emerso.
Inoltre, a margine del racconto di discussioni “spinte” e argomenti “hot” trattati con la professoressa, ci sarebbe un contesto di presunte minacce subite da alcuni dei piccoli testimoni, quasi “costretti” a raccontare questa versione.
Questa mattina nuova audizione con gli altri tre alunni, i principali testimoni dell’accusa, tra questi anche il ragazzino che ha raccontato di aver subito un rapporto sessuale all’interno della “saletta”.
Un episodio aggrava la posizione dell’insegnante ma che, al momento, trova riscontro solo nelle testimonianze di alcuni ragazzini, gli stessi che avrebbero subito il provvedimento di sospensione da scuola per essere stati pizzicati in bagno a fumare pochi giorni prima del violento pestaggio dell’insegnante avvenuto il 14 novembre da parte di un gruppo di mamme e papà. Sull’attendibilità e sulla veridicità dei racconti si gioca l’intera accusa.
Nel frattempo, la 37enne ha deciso di denunciare alcuni dei circa trenta genitori che assaltarono due volte la scuola per aggredirla, un linciaggio nel quale rimase ferito anche il padre della donna.