Penisola sorrentina. La violenza dell’indifferenza, quando siamo tutti (o quasi) responsabili

Sulla pagina Facebook Sant’Agnello In abbiamo trovato questo interessante post che richiama un grave episodio avvenuto nei giorni scorsi a firma dell’amministratore, Antonio Gargiulo. Un testo che invita a riflettere sul nostro modo di agire in una società frenetica che non si preoccupa di quanto accade a chi ci passa accanto.

Ci sono momenti in cui la vita si ferma, non solo per un guasto o un imprevisto, ma per la cruda realtà di sentirsi soli, in mezzo alla gente. È quanto accaduto oggi a una nostra concittadina, rimasta bloccata in auto all’interno della galleria in direzione Vico Equense – Seiano, con la macchina completamente in panne e il traffico paralizzato.

Una donna sola, in lacrime, che ha chiesto aiuto. Per oltre mezz’ora, nessuno si è fermato. Clacson, insulti, urla: “Togliti, hai bloccato tutto!” – come se il disagio potesse essere una colpa. E invece quella donna piangeva per lo spavento, per il senso di impotenza, per una macchina che non rispondeva più, per una società che sembrava guardarla… senza vederla.

Ma in quel deserto di umanità, una ragazza è scesa dalla moto, rischiando di essere investita pur di chiederle: “Signora, sta bene?”. Un gesto piccolo, ma immenso. Subito dopo, un giovane su uno scooter è tornato indietro per dare una mano, e infine un’altra moto, insieme a loro, ha spinto l’auto fuori dalla galleria.

Tre angeli, così li ha chiamati la nostra concittadina. Tre volti che non ha fatto in tempo a ringraziare come avrebbe voluto, ma che hanno fatto la differenza, dimostrando che la solidarietà non è scomparsa: vive ancora, nei gesti semplici di chi ha cuore.

Un episodio che solleva anche interrogativi seri sul pronto intervento: nessuna pattuglia arrivata per regolare il traffico, nonostante la chiamata al 112; nessun carro attrezzi inviato. Un disservizio grave che ha lasciato sola una persona in difficoltà per oltre 30 minuti

Questa storia parla di una violenza silenziosa: quella dell’indifferenza. Di chi guarda e passa. Di chi suona il clacson senza chiedersi se, dentro quell’auto ferma, ci sia una vita che sta tremando.

Eppure, esistono ancora anime buone, e a loro va il nostro più profondo grazie. Perché è grazie a chi si ferma, a chi tende una mano, che possiamo sperare in una società migliore.

Alla nostra concittadina Brigida Massa, la nostra solidarietà. E ai tre ragazzi coraggiosi: che la vita vi restituisca tutto il bene che avete fatto.

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