Finalmente la penisola sorrentina e l’isola di Capri hanno di nuovo l’acqua potabile. Qualche utente, in realtà, lamenta che ancora manca, ma ormai dovrebbe essere questione di poco per il completo ritorno alla normalità. È durata quasi tre giorni l’emergenza che ha provocato pesanti disagi nell’area costiera e sull’isola azzurra. Cittadini costretti a rifornirsi alle fontanine e dalle autobotti dislocate sul territorio oppure ad approfittare della benevolenza dei proprietari dei terreni all’interno dei quali scorrono sorgenti potabili. Ristoranti ed alberghi che hanno dovuto noleggiare autocisterne per garantirsi l’approvvigionamento idrico necessario per l’attività. Bar obbligati a chiudere, così come molte strutture extralberghiere.
Tutto questo provocato da una bolla d’aria nella condotta di 600 millimetri che garantisce la fornitura idrica al comprensorio sorrentino ed a Capri. Problema innescato giovedì verso le 11 del mattino con la rottura della tubazione DN 600 che scorre lungo la statale 145 all’altezza di Pozzano a Castellammare di Stabia. Strada tenuta chiusa per consentire gli interventi con i mezzi della Gori. La condotta bucata si trova a 24 metri di altezza e servivano i carri gru per raggiungerla.
Dalla condotta è venuta fuori una vera e propria cascata che, per fortuna, non ha provocato feriti. Sono stati evacuati i lidi di Pozzano e due famiglie di un palazzo della zona. Sgomberato anche un ristorante colpito in pieno dal getto di acqua. Gori ha mobilitato il personale e immediatamente è stato bloccato il pompaggio dell’acqua dalla fonte di Gragnano. Ma sono trascorse delle ore prima che la condotta si svuotasse completamente.
Inizia così l’odissea per tanti nuclei familiari e attività commerciali. In sofferenza soprattutto le zone collinari, quelle più alte rispetto ai serbatoi di accumulo. La DN 600 alimenta il grande serbatoio di San Salvatore, a Vico Equense, che si è svuotato come quelli minori di Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello e Sorrento. La fascia collinare e l’intero territorio comunale di Massa Lubrense si sono ritrovate senza acqua. Non arriva più neanche nel serbatoio di Sant’Agata sui due Golfi dove c’è un accumulo prima del pompaggio per Capri.
E i disagi si fanno pesanti. La sostituzione della condotta bucata si è conclusa nel pomeriggio di venerdì, ma altri problemi tecnici non hanno consentito la ripresa del servizio. Qualcosa non quadrava. La pressione dell’acqua nel terminale di Sant’Agata sui due Golfi non aumentava.
“I tecnici si sono resi conto che una bolla di aria non consentiva di raggiungere la pressione necessaria pari a circa 24 atmosfere – chiarisce Luca Mascolo, presidente dell’Ente idrico campano -. A questo punto sono stati richiamati su tutto il tragitto della condotta un centinaio di operai per individuare la zona di accumulo dell’aria. Non è possibile aumentare oltre certi limiti la pressione proprio perché parliamo di impianti che potrebbero subire nuove rotture”.
La mobilitazione è durata ore durante le quali sono rimasti a secco anche i colli di San Pietro a Piano di Sorrento, i Colli di Fontanelle a Sant’Agnello e buona parte del territorio di Massa Lubrense. I tecnici di Gori spiegano che proprio l’orografia della zona favorisce la formazione di bolle d’aria che quando si accumulano finiscono per frenare i flussi dell’acqua e danneggiare le condotte provocando nuove perdite. Nel pomeriggio di ieri lo sblocco e l’aumento di pressione necessario in tutta la rete che sta tornando lentamente alla normalità.