Nella giornata di ieri il sindaco di Sant’Agnello, Antonino Coppola, è tornato sulla vicenda dell’ospedale unico della penisola sorrentina dopo che lo scorso 30 dicembre è stata pubblicata la sentenza del Tar che annulla la delibera del Consiglio comunale di Sant’Agnello che, nel settembre 2023, ha di fatto imposto lo stop alla procedura per realizzare la nuova struttura sanitaria.
Di seguito il lungo post del primo cittadino di Sant’Agnello:
Una narrazione faziosa unitamente alla propaganda di basso livello e a qualche manifestazione di giubilo, hanno immediatamente seguito il pronunciamento del tribunale amministrativo sulla questione Ospedale Unico. I tentativi di strumentalizzazione non aiutano a fare chiarezza e alimentano solo la confusione nei cittadini. Restiamo come sempre aperti al confronto, all’ascolto che, per essere realmente tale, dovrebbe essere reciproco. Finora è prevalso un atteggiamento di arroganza e supponenza. Continuiamo, è bene ribadirlo, a non avere nessun interesse personale da difendere (nè io nè chi mi è accanto), consapevoli che ciò può disorientare qualcuno. Anche l’ultimo degli stolti, che sia però in buona fede, comprende facilmente che da questa vicenda non traiamo nessun vantaggio, anzi. Per altri non saprei. E infine, per qualcuno resta incomprensibile, forse perchè insolita, la coerenza di chi per anni ha manifestato le proprie perplessità su questo progetto, ne ha fatto parte integrante del programma elettorale di una amministrazione democraticamente eletta. Il rispetto dei cittadini/elettori, questo sconosciuto. Insomma le manfrine non ci appartengono. Ed infine questo potrebbe essere il momento nel quale almeno qualcuno tra i tanti, e tutti molto autorevoli, che hanno in varie occasioni riconosciuto la ragionevolezza della nostra scelta, esca allo scoperto. Restiamo comunque in ottima compagnia dei tanti cittadini (con e senza cariche sociali) liberi da condizionamenti che conoscono bene le reali cause e concause della crisi del sistema sanitario, anche a livello locale.
Questa la lunga premessa.
L’annullamento della delibera di Consiglio Comunale stabilita dal tribunale non implica automaticamente la realizzazione di quel progetto. E soprattutto è stato riconosciuto che la nostra Amministraizione ha legittimamente evidenziato le carenze del progetto a cui non si poteva essere indifferenti. La richiesta di risarcimento di 88 milioni di euro, cifra “monstre”, utilizzata anche come strumento di pressione, è stata considerata infondata. Anche la compensazione delle spese legali è un altro elemento da considerare. Le ragioni di merito (aspetti urbanistici, architettonici e paesaggistici) che ci vedono contrari alla realizzazione dell’Ospedale restano tuttora non superate. A queste si aggiunge l’impatto sulla mobilità considerando che gli Ospedali sono considerati, per definizione, “grandi attrattori” di traffico. La mobilità in Penisola Sorrentina è più che mai è un tema critico che ha reso necessaria l’istituzione da parte della Prefettura, anche su richiesta dei Sindaci e delle associazioni di categoria, di un tavolo tecnico che ha, tra l’altro partorito l’ordinanza targhe alterne, rivelatasi un fallimento, e l’ordinanza, tuttora vigente, che limita il transito dei mezzi pesanti. Pannicelli caldi, purtroppo. Le gravi condizioni di traffico della nostra rete stradale, ed in particolare di Corso Italia, emergono in tutta la loro evidenza dai risultati delle analisi del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) della Città Metropolitana di Napoli. Dall’analisi dei flussi veicolari rilevati sul Corso Italia vengono fuori numeri che fanno tremare i polsi e ci dovrebbero fare riflettere. Nei mesi di maggio e giugno 2024 nel tratto Piano di Sorrento-Sant’Agnello si è registrata una media di circa 21000 transiti giornalieri! Molte le cause, tra cui l’esplosione turistica e il crollo dell’offerta di trasporto pubblico che ha determinato un ulteriore incremento dell’uso del veicolo privato per gli spostamenti.
E invece a giugno ci interessiamo soprattutto della qualità dell’acqua del nostro mare. Poco o nulla importa della qualità dell’aria che respiriamo quando invece è noto che l’esposizione all’inquinamento atmosferico ha un impatto enorme negativo sulla salute delle persone e si associa a malattie respiratorie, malattie cardiovascolari, ictus, cancro. Anche per tale motivo abbiamo siglato una convenzione con Arpac per monitorare nei prossimi mesi la qualità della nostra aria.
Il limite di sfruttamento della nostra Penisola può considerarsi per certi aspetti raggiunto. La vivibilità, la sicurezza delle nostre strade, la crisi abitativa e il diritto alla casa (nelle prossime settimane interverremo per quanto possibile su questo tema), la paurosa tendenza alla perdita progressiva di abitanti (meno diecimila abitanti nel 2042) sono i temi rilevanti. In molti sono costretti a lasciarla questa terra e sembra (non dovrei forse dirlo io) che alcune regole valgano solo per i poveri cristi.
Il futuro di questa terra appartiene a tutti noi, anche se pare resti sullo sfondo.
Questa la replica dell’ex sindaco di Piano di Sorrento, Vincenzo Iaccarino, al quale il precedente primo cittadino di Sant’Agnello, Piergiorgio Sagristani, aveva conferito l’incarico di consulente e delegato alla procedura di realizzazione dell’ospedale unico della penisola sorrentina:
Dall’ultimo dell’anno, cioè da quando si è conosciuta la sentenza del Tar Campania sui ricorsi contro la delibera del Consiglio comunale di Sant’Agnello che ha bloccato l’iter del progetto del nuovo ospedale, si sono susseguiti una serie di interventi e di comunicati interpretativi di questa decisione che ha praticamente riportato indietro di 16 mesi la situazione con l’obbligo di ripartire da una conferenza di servizi che coinvolga tutti gli attori titolati a intervenire nel procedimento amministrativo.
Si tratta cioè di ritornare a sedersi attorno a uno stesso tavolo per esaminare tutte le problematiche e le eventuali criticità e definire il percorso ottimale da seguire per dare il via all’opera che è stata voluta da tutti i Comuni della Penisola Sorrentina con l’aggiunta di Positano ed è stata finanziata, dopo il lunghissimo iter di oltre dieci anni, con i fondi dello Stato, della Regione Campania e dell’Asl Napoli 3 Sud in attuazione delle linee guida della programmazione nazionale e regionale in materia di sanità ospedaliera.
Quindi il Tar ha praticamente riattivato il procedimento amministrativo che, nel settembre 2023, era stato interrotto dall’impropria decisione del Consiglio comunale di Sant’Agnello.
La finalità di questa nuova conferenza di servizi è perciò quella di far convergere tutti gli interessi e le responsabilità coinvolte tenendo presente anche i rilievi che sono stati mossi al progetto, ma con l’obiettivo di realizzare l’opera che, è bene sottolinearlo per chi ossessivamente la contrasta, non è un inceneritore ma un ospedale.
Un ospedale da tutti voluto sin dal primo momento in cui se ne ipotizzò la progettazione e se ne individuò all’unanimità la sede in quella dell’attuale distretto sanitario 59 con l’approvazione di tutti i Consigli comunali dei comuni peninsulari.
L’area individuata è di proprietà dell’Asl e, ab origine, destinata ad ospitare un ospedale al servizio dell’intera Penisola Sorrentina: c’è stato l’ospedale, poi il distretto sanitario e oggi possiamo realizzarci il nuovo ospedale anche in ossequio alle volontà di chi quell’area la donò al Comune di Sant’Agnello per costruirci proprio un ospedale.
Grazie al lavoro collegiale svolto in tutti questi anni a tutti i livelli si era giunti alla fase decisiva del finanziamento dell’opera da parte della Regione Campania che ha recepito un’istanza del territorio, mai rinnegata. E non si tratta, come qualcuno si ostina a voler far credere, di un capriccio del governatore De Luca che invece ha dato l’impulso decisivo a quello che poteva sembrare soltanto un “sogno” e che potrebbe diventare realtà se si esce dalla situazione di stallo creata dall’amministrazione di Sant’Agnello che, da sola, ha deciso di bloccare un progetto in palese contraddizione con la storia che ne ha scandito le fasi, con le decisioni assunte e con gli atti approvati a tutti i livelli, fino alla modifica del Put da parte del Consiglio regionale su richiesta dell’amministrazione santanellese.
Non a caso il Tar, nel bocciare la delibera, ha evidenziato che con quell’atto il Comune è venuto meno all’obbligo della leale collaborazione che deve intercorrere tra gli enti.
Da quello che ho letto sembra che l’amministrazione di Sant’Agnello non sia per nulla intenzionata a confrontarsi costruttivamente con tutti gli altri soggetti istituzionali coinvolti e, al di là di retoriche affermazioni, continua di fatto a mettere all’ultimo posto l’esigenza di garantire all’intera nostra comunità una struttura ospedaliera moderna e all’altezza di una sanità che oggi, purtroppo, non siamo in grado di poter garantire con l’attuale organizzazione, con i mezzi e con le forze che abbiamo a disposizione e che sono destinate ulteriormente a scarseggiare se non si realizza la svolta che ha ispirato l’idea di un nuovo ospedale.
Ne parlo come medico in servizio e in prima linea nella struttura ospedaliera di Sorrento, ma anche da amministratore pubblico che ha seguito dal primo giorno l’iter del progetto addirittura su mandato di tutti i sindaci della Penisola Sorrentina concordi nel perseguire questo ambizioso traguardo.
In tutto questo si è parlato di soluzioni alternative per quanto concerne la sede del nuovo ospedale, ma il Comune di Sant’Agnello non ne ha mai indicata una, nè le altre Amministrazioni si sono cimentate nell’ipotizzare la fattibilità dell’opera in un’altra location pur con tutte le difficoltà connesse visto che il progetto è stato costruito su quella realtà territoriale e non è esportabile automaticamente in altra sede, ancorchè mai indicata nè individuata!
Parliamoci chiaro: da questa conferenza di servizi o si esce con una decisione che consenta di superare tutti i problemi e di perfezionare l’iter amministrativo, oppure il progetto del nuovo ospedale salta definitivamente e questa responsabilità, con le relative conseguenze, ricadrà esclusivamente su chi ha perseguito questo obiettivo alimentando una demagogia populista cara soltanto a una minoranza rumorosa che pretende di imporre il proprio diktat al resto della Penisola Sorrentina.
Si cominci piuttosto a parlare il linguaggio giusto, quello di una politica del fare gli interessi generali soprattutto in una materia così delicata e decisiva per la vita di tutti e guardando al futuro delle giovani generazioni che la chance di una moderna e migliore sanità in penisola potranno non più avercela coi tempi che corrono!
È una responsabilità quindi non solo politica, ma morale che ricade su tutti noi e che dobbiamo onorare nell’interesse generale a prescindere da tutte le altre considerazioni. Mi auguro ci si riesca, nel qual caso non ci saranno sconfitti, ma solo la vittoria di una comunità che difende il diritto sacrosanto alla salute.