Morte di Giosuè Sorrentino, supplemento di indagini

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Si riapre il caso della morte di Giosuè Sorrentino, il marittimo di 35 anni di Sant’Agnello trovato privo di vita il 24 aprile 2016 sulla petroliera Bianca Amoretti mentre era ancorata in rada a Malalocco, a Venezia. Nuove indagini disposte dal Gip del Tribunale del capoluogo veneto su una vicenda inizialmente archiviata come suicidio.

Secondo avvocati e consulenti della famiglia Sorrentino, il 35enne terzo ufficiale di macchine non si tolse la vita, come sostenuto dal pm Stefano Ancillotto, ma fu sgozzato e poi trascinato da almeno due persone nei pressi di una fresa con l’evidente obiettivo di depistare le indagini.

Una serie di fattori porterebbero ad avallare questa tesi. In primis il fatto che durante l’autopsia non sarebbero stati considerati l’altezza del marittimo, la sua posizione e i lividi su volto e braccia. Poi ci sarebbe la cicca di sigaretta trovata accanto al cadavere di Giosuè che non fumava. Infine, il presunto fattore scatenante, ossia la depressione che lo avrebbe spinto al suicidio: il 35enne non poteva essere abbattuto per la rottura con la fidanzata, visto che in quel momento era single.

Una serie di circostanze da chiarire, quindi, per cui il Gip di Venezia ho riaperto le indagini, dando agli inquirenti tre mesi di tempo per verificare se ci siano dubbi sulla morte di Giosuè Sorrentino e stabilire una volta per tutte le cause del suo decesso.

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