SORRENTO. Saranno i giudici della prima sezione penale del Tribunale di Torre Annunziata a stabilire se fu un errore dei medici a provocare il decesso di Carmela Stinga, la 50enne trovata senza vita nel suo appartamento nel settembre 2012 e morta dopo il ricovero in ospedale. Per la vicenda sono stati rinviati a giudizio quattro camici bianchi ed una caposala dell’ospedale di Sorrento.
Il Gup Giovanni Fiorentino ha firmato il decreto di rinvio a giudizio accogliendo le richieste della Procura. I quattro medici e la caposala dovranno rispondere di omicidio colposo. La prima udienza è fissata per il 17 ottobre. Con il processo si dovrà chiarire se la morte di Carmela Stinga fu dovuta a una mancata emotrasfusione. A settembre 2012, infatti, la donna fu trovata in una pozza di sangue nella sua casa di via degli Aranci. A fare la tragica scoperta il figlio che subito allertò il 118.
La donna fu trasportata al Santa Maria della Misericordia, dove i medici riscontrarono sul suo corpo lividi e ferite assegnandole una prognosi di otto giorni. Poco dopo il ricovero, però, la 50enne morì. Immediatamente scattarono le indagini. La polizia sequestrò la cartella clinica di Carmela Stinga, mentre il figlio fu ascoltato come persona informata sui fatti.
La Procura dispose l’autopsia e l’esame chiarì che il decesso era avvenuto in seguito ad un’emorragia provocata da una caduta accidentale. Ora, quindi, bisogna chiarire perché i medici ritennero sufficienti otto giorni di prognosi nonostante il quadro clinico e perché non le fu praticata un’emotrasfusione.