Il Tar accoglie, in parte, il ricorso presentato dal gruppo di minoranza di Azione in Comune annullando le delibere di approvazione del rendiconto, ma ritenendo di non potersi esprimere sullo scioglimento del Consiglio comunale di Massa Lubrense. È l’ultimo atto della querelle giudiziaria che si trascina da alcuni mesi e che vede contrapporsi maggioranza ed opposizione. Al centro della contesa i provvedimenti relativi al resoconto di gestione 2020.
La legge imponeva all’assemblea di approvare gli atti entro il 31 maggio. Scadenza che non è stata rispettata tanto che l’amministrazione del sindaco Lorenzo Balducelli – come altre in provincia di Napoli – ha ricevuto un richiamo da parte del prefetto, il quale ha diffidato gli enti inadempienti ad approvare il rendiconto entro l’11 luglio.
Il Consiglio comunale di Massa Lubrense, però, è stato convocato solo per il 19 luglio, senza peraltro rispettare l’obbligo di mettere a disposizione di tutti i componenti la documentazione. La legge, infatti, impone che i fascicoli completi siano consultabili almeno 20 giorni prima della data del Consiglio comunale. Quindi, essendo stata individuata la data 19 luglio come giorno utile, i documenti sarebbero dovuti essere visibili a partire dal 29 giugno.
Invece, come denunciato da Azione in Comune e rilevato dal Tar, solo una parte della documentazione era disponibile a partire dal 13 luglio (14 giorni dopo il termine previsto), mentre la relazione dei revisori è stata consegnata appena 3 giorni prima del Consiglio comunale. Ciò ha portato la prima sezione del Tar di Napoli ad accogliere in parte il ricorso annullando le deliberazioni impugnate, ma respingendo la richiesta di sciogliere l’assemblea, “essendo riservato al prefetto ogni tipo di accertamento e valutazione”.
“Il Tar ci ha dato ragione: il comportamento adottato dalla giunta Balducelli si è dimostrato non conforme a quanto previsto dalla normativa, oltre che irrispettoso e poco trasparente nei confronti di minoranza, consiglieri e comunità – commentano Pietro Di Prisco e Michele Pollio -. La maggioranza ha esposto il Comune ad un grave rischio i cui scenari futuri sono al momento imprevedibili: il prefetto potrebbe in extrema ratio nominare un commissario ad acta e sciogliere il Consiglio comunale. Un atto di arroganza gratuita che può costare caro alla stabilità del territorio”.
“È evidente – ribatte l’assessore al Bilancio, Sergio Fiorentino – che il vero obiettivo di Azione in Comune è lo scioglimento del Consiglio comunale, il che francamente mi sembra abnorme rispetto alla illegittimità lamentata, ossia di non avere avuto a disposizione la relazione del revisore dei conti (organo esterno all’Ente) 20 giorni prima della data stabilita per l’approvazione del rendiconto, che invece i consiglieri hanno ricevuto nei termini. Pertanto trovo fuori luogo questo clamore e soprattutto la campagna di delegittimazione dell’amministrazione, anche in considerazione del fatto che il rendiconto è un adempimento di natura contabile legato più al lavoro degli uffici che dell’organo politico. In ogni caso non escludo l’appello al Consiglio di Stato”.
Nel frattempo l’iter per il via libera al rendiconto è ripreso e la giunta ha già dato il nuovo via libera al provvedimento e lo stesso ha fatto il revisore dei conti. Manca solo il nuovo passaggio in Consiglio comunale per chiudere la procedura. Salvo che il prefetto non intervenga con clamorose decisioni.