“Ritengo che sia stato sbagliato intitolare la principale piazza della città a Giancarlo Siani perché in tal modo diamo l’immagine di una città legata alla camorra, cosa che non è vera”. Lo ha detto in un’intervista radiofonica per parlare del voto a Vico Equense, Benedetto Migliaccio, avvocato, che ha amministrato il Comune della costiera tra il 2015 e il 2016 come sindaco facente funzioni in una coalizione di centrodestra, subentrando a Gennaro Cinque quando questi è decaduto dalla carica per incompatibilità.
Parole senza senso pronunciate, evidentemente, allo scopo di accendere sulla propria persona i riflettori dopo essere caduto nell’oblio. Esternazione che ha provocato dure prese di posizione a Vico Equense, con tutti i candidati sindaci che hanno preso le distanze, insieme alla totalità della popolazione. Però qualcosa di buono Migliaccio l’ha fatto: ha dimostrato ai 4 aspiranti sindaci di Vico Equense ed a tutti quelli che si preparano ad amministrare le città italiane come non deve essere un primo cittadino, una persona che parla senza riflettere su ciò che dice.
Per rispondere a Migliaccio abbiamo raccolto il pensiero di Antonino Pane, ex redattore capo de Il Mattino che con Giancarlo Siani ha condiviso la scrivania quando il quotidiano aveva la redazione a Castellammare di Stabia.
“Poteva tacere l’ex sindaco…. Migliaccio e restare nella sua anonimità. Invece ha preferito parlare e ha portato Vico Equense al centro di una polemica che la città e i cittadini non meritano. Giancarlo Siani dovrebbe avere strade e piazze intitolate in tutto il mondo perché i simboli sono necessari ai grandi per pensare ai piccoli ed aiutarli a crescere guardando al bene. Insomma Migliaccio l’ha fatta fuori dal vaso. C’è solo da capire se era sobrio quando ha esternato”.