Un pronto soccorso chiuso, un reparto di chirurgia soppresso, uno di rianimazione che ha poche prospettive operative per l’atavica carenza di anestesisti ed una lunga serie di testimonianze di cittadini che, recandosi in ospedale, pur riscontrando uno straordinario spirito di sacrificio del personale sanitario (spesso costretto a turni massacranti), hanno serie difficoltà a ricevere un’adeguata assistenza medica.
“È il quadro attuale della situazione della sanità in penisola sorrentina – sottolinea il Coordinamento delle associazioni laiche ed ecclesiali che da gennaio scorso sta cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle criticità dei presidi ospedalieri di Sorrento e di Vico Equense -. Prendiamo atto, con serenità, che le iniziative finora intraprese hanno sortito scarsi risultati. Molti documenti, regolarmente trasmessi attraverso i canali istituzionali, non hanno ricevuto nemmeno un riscontro di cortesia. Di questo siamo rammaricati, ma non per noi, ma perché a perdere è il territorio.
Chiedevamo la tempestiva riapertura del pronto soccorso di Vico Equense e di adottare soluzioni stabili per garantire la piena operatività del reparto di rianimazione dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Sorrento. Il tutto, per evitare l’inevitabile ingolfamento delle strutture sanitarie, in un periodo caratterizzato dalla pandemia da Covid, che mette a rischio anche l’efficienza nell’erogazione delle prestazioni mediche per la cura di altre patologie. Tutto questo non è avvenuto, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
L’ospedale unico, che sorgerà a Sant’Agnello, è un progetto del ‘domani’: qui c’è bisogno di garantire l’“oggi”, il presente. Il mancato riscontro alle nostre richieste, non è uno sgarbo a noi: a perdere è un territorio intero ed una comunità che chiede, a giusta ragione, adeguati standard sanitari, anche in vista di un’auspicata ripresa turistica. C’è rammarico, sì, ma non c’è alcun desiderio di mollare”.
In un incontro su una piattaforma per videoconferenze, i rappresentanti del Coordinamento si sono ritrovati mercoledì 3 marzo, convergendo sull’adozione di nuove modalità operative per continuare a tenere i riflettori dell’opinione pubblica accesi sulle tematiche della sanità. Modalità che saranno rese note nei prossimi giorni.