La Città Metropolitana di Napoli mette in vendita Monte Faito

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VICO EQUENSE. Dal 2007 la Regione Campania e la Città metropolitana di Napoli sono comproprietarie dell’area di Monte Faito. Una situazione che determina inevitabili rimpalli di responsabilità tra gli enti, soprattutto in un momento come quello attuale in cui bisogna prendere importanti decisioni e, soprattutto, stanziare i fondi necessari alle opere di messa in sicurezza dopo gli incendi e le frane. Ed è così che si profila all’orizzonte una soluzione che potrebbe risolvere tutti i problemi.

L’ex provincia, infatti, ha offerto la propria quota della montagna che sovrasta Vico Equense a Palazzo Santa Lucia in cambio di immobili da destinare ad archivi o a sedi scolastiche. La proposta è stata sottoscritta dal sindaco metropolitano, Luigi de Magistris e dal consigliere delegato al Patrimonio, Antonio Caiazzo ed è indirizzata al governatore, Vincenzo De Luca e ad Alfonso Longobardi, vice presidente della commissione regionale Bilancio.

Alla base dell’iniziativa ci sarebbero, come evidenziato nella missiva, “evidenti ragioni di semplificazione”. Ciò in quanto, come fa sapere Caiazzo, “oltre che con le difficoltà di gestione dobbiamo fare i conti con l’indisponibilità di operai specializzati e con le carenze di personale che affliggono l’Agenzia di sviluppo dell’area metropolitana”.

Ma quanto vale Monte Faito? La Città Metropolitana ha stabilito un prezzo per la propria quota: due milioni e 350mila euro, circa la metà della somma complessivamente pagata nel 2007 per rilevare dalla Fintecna 420 ettari di bosco, l’area dove sorgono i ripetitori radiotelevisivi e il complesso immobiliare costituito da edifici destinati ad attività sportive e ricreative.

A questo punto si attende la risposta della Regione. Palazzo Santa Lucia, nel caso fosse interessato alla trattativa, dovrà effettuare la propria stima del valore di metà del Faito ed indicare gli immobili che eventualmente sarebbe disposto a cedere come contropartita. Un’eventuale intesa, comunque, dovrà essere sottoposta al vaglio del Consiglio regionale e di quello metropolitano ed a quel punto, in caso di via libera, toccherà agli uffici dei due enti formalizzare il contratto di permuta.

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