Altro che una pietra, a far deragliare il treno della linea Napoli-Sorrento è stata la mancanza di alcuni bulloni. Come già era stato evidenziato 4 giorni fa, immediatamente dopo l’accaduto, lo “svio” all’altezza della stazione di Pioppaino è stato provocato dal serbatoio dell’aria che è caduto mentre il convoglio era in viaggio determinando un effetto leva che ha fatto uscire il vagone dai binari.
Sono stati proprio i tecnici dell’Eav a ricostruire la dinamica analizzando la vettura danneggiata e scoprendo, come riporta oggi Il Mattino, che al serbatoio mancavano due bulloni sui quattro previsti. Il perché non è chiaro e toccherà alla commissione d’inchiesta istituita dalla stessa Eav fare luce sull’episodio.
Bisogna anche spiegare come mai il treno non si è fermato, come invece dovrebbe accadere quando si verificano perdite anomale di parti dei vagoni. I sistemi automatici di sicurezza non sarebbero scattati, tanto che a bloccare la corsa non sono stati né il macchinista né il capotreno ma gli stessi viaggiatori, che prima hanno suonato l’allarme e poi azionato il dispositivo di apertura delle porte, che fa arrestate immediatamente il convoglio. Solo in quel momento il capotreno andò a rendersi conto dell’accaduto.
L’azienda, dopo il deragliamento, era arrivata ad ipotizzare il sabotaggio fotografando una grossa pietra accanto ai binari. È stata ora sconfessata dalla commissione d’inchiesta che essa stessa ha istituito.