Don Francesco Guadagnuolo nuovo parroco di Meta

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META. La comunità di Santa Maria del Lauro si prepara ad avere un nuovo parroco. Don Gennaro Starita, infatti, dopo 28 anni dalla sua elezione, si prepara a lasciare il testimone al successore designato dall’arcivescovo Francesco Alfano, ossia don Francesco Guadagnuolo. Questi riceverà la nomina ad amministratore parrocchiale.

Gli abitanti di Meta, quindi, dovranno rassegnarsi a rinunciare all’elezione diretta del loro pastore: un privilegio che il Diritto Canonico riconosce loro dal 1207, così come ai fedeli di altre sei comunità religiose della penisola sorrentina. L’incontro decisivo è in programma mercoledì prossimo quando, davanti a don Mario Cafiero, vicario generale della diocesi di Sorrento-Castellammare, don Gennaro Starita, avendo superato i 75 anni, firmerà le dimissioni da parroco per sopraggiunti limiti di età.

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Per questo motivo l’arcivescovo Alfano ha deciso di metterlo “in quiescenza”, sostituendolo con quello che dal 2001 è il suo vice. Don Francesco Guadagnuolo ricoprirà il nuovo incarico di amministratore parrocchiale in quanto non può assumere la qualifica di parroco che spetta, secondo il Codice di Diritto Canonico solo al sacerdote eletto dai fedeli.

L’arcivescovo Alfano conferma la linea inaugurata dal suo predecessore Felice Cece nel 2007, quando per l’ultima volta si votò per il parroco della chiesa della Trinità di Piano di Sorrento. Le urne si aprirono in un forte clima di tensione, al termine di una campagna elettorale in cui i sostenitori dei tre sacerdoti candidati si diedero battaglia a colpi di manifesti e lettere al vetriolo. L’accaduto spinse l’allora arcivescovo a correre ai ripari. Niente più elezione diretta dei parroci, sebbene questa sia ancora espressamente prevista dal Diritto Canonico, ma nomina di un amministratore parrocchiale.

Uno schema destinato a riproporsi a Meta nelle prossime ore. Ma i fedeli, che nei mesi scorsi hanno dato vita a un comitato per la difesa del “diritto di patronato”, non ci stanno. “L’arcivescovo ci aveva promesso di valutare la possibilità delle elezioni insieme al Consiglio presbiterale e di comunicarci la sua decisione, ma così non è stato – attacca Raffaele Di Palma, promotore del comitato – Imporre le dimissioni a un parroco e nominare un amministratore parrocchiale sono atti autoritari tipici di un dittatore, non di un uomo di Chiesa”.

Protesta che rischia di approdare in Vaticano. Dopo aver raccolto 400 firme per rivendicare il diritto di elezione diretta del parroco, ora i fedeli sono pronti a rivolgersi a papa Francesco e al segretario di Stato Pietro Parolin. “La storia millenaria di un paese non può essere cancellata con un colpo di spugna – precisa Di Palma –. I nostri antenati hanno ottenuto il privilegio di scegliere democraticamente la propria guida spirituale più di 800 anni fa. Se la Chiesa intende abrogare il “diritto di patronato”, ce lo dica apertamente: pretendiamo la massima trasparenza”.

Con la messa “in quiescenza” di don Gennaro Starita, in penisola sorrentina resta un solo parroco eletto direttamente dai fedeli: don Natale Pane, guida spirituale della comunità di Sant’Agnello dal 1998. Tutte le altre chiese, invece, sono rette da amministratori nominati dalla Curia. Con buona pace dei fedeli, del Diritto Canonico e delle tradizioni millenarie.

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