Crack Thomas Cook, in Campania coinvolti 200 alberghi

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“La spallata più forte che il mondo del turismo abbia ricevuto negli ultimi dieci anni. In Italia sono migliaia le imprese coinvolte: alberghi, ristoranti, agenzie di viaggio e operatori del trasporto, che perderanno centinaia di migliaia di euro”. Così Vincenzo Schiavo, il presidente di Confesercenti Campania e membro della giunta nazionale dell’associazione, commenta la vicenda del fallimento della britannica Thomas Cook, uno dei più grandi tour operator del mondo.

“Solo in Campania – rileva – ci sono almeno 200 aziende che lavoravano facendo affidamento sul gruppo: per anni Thomas Cook è stato una garanzia di qualità per il turismo, un partner fondamentale scomparso dalla sera alla mattina. Un danno nel lungo periodo, a cui si aggiunge quello immediato legato alla perdita delle prenotazioni e alle difficoltà che inevitabilmente sorgeranno con i clienti che hanno prenotato – e pagato – con il gruppo inglese”, continua Schiavo.

Da Sorrento ad Amalfi, da Capri ad Ischia e Pompei. Gli alberghi di tutte le perle della Campania risentono del crack della Thomas Cook. Ma sono migliaia anche i clienti, soprattutto inglesi e tedeschi, coinvolti loro malgrado nel fallimento del tour operator. Anche se per loro già si è attivata la macchina delle tutele.

“Purtroppo, visto che la direttiva europea tutela solo i viaggiatori, gli operatori si trovano da soli ad affrontare questo disastro. Per questo chiediamo al Governo di intervenire con urgenza, in Europa ed in Inghilterra, per tutelare le imprese italiane”, conclude Schiavo.

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