Costi troppo elevati, crociere e yacht in calo nel Golfo di Napoli

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E’ allarme per il settore del turismo crocieristico e per la nautica da diporto. I costi elevati dei servizi, in particolare per ciò che concerne la security portuale, stanno scoraggiando armatori e tour operator dallo scegliere le mete tra i golfi di Napoli e Salerno. Una situazione che, stando alle prime stime, rischia di peggiorare ulteriormente dal prossimo anno. A tale proposito proponiamo l’articolo di Antonino Pane sul Mattino in edicola oggi che analizza attentamente il problema, anche grazie al contributo degli operatori del settore.

Di seguito l’articolo:

Calo degli approdi crocieristici in Campania per il 2017 già annunciato e ora sembrano a rischio anche gli approdi per la nautica da diporto. Motivo? Tariffe troppo alte e servizio di security imposto sulla fascia di costa. Amalfi, Positano, Sorrento e Castellammare di Stabia sono gli approdi maggiormente penalizzati, dove a causa del servizio di security portuale, armatori di yacht e superyachts hanno improvvisamente deciso di diminuire le tappe in queste zone.

Il dato è inequivocabile, basta dare una scorsa alle decine di email di rimostranze e lamentele alle agenzie marittime. Non si riescono a comprendere i costi di security così esosi pur restando in rada e, quindi, senza entrare in porto. La normativa europea stabilisce, infatti, l’obbligo di creare dei piani di sicurezza per la gestione degli approdi turistici e commerciali, con la presenza di vigilanza armata e non armata al momento dello sbarco dei diportisti o crocieristi.

Servizi di vigilanza i cui costi hanno posto sul piede di guerra armatori e quindi di riflesso le agenzie marittime stesse che ne rappresentano gli interessi. Da questa estate, con il livello di sicurezza passato a 2, per l’emergenza terrorismo internazionale, i prezzi alti della security portuale hanno fatto scattare l’allarme tra i diportisti del settore lusso.

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In costiera amalfitana il costo stabilito è di 120 euro all’ora per il settore crociere e 35 euro all’ora per le unità da diporto, costi che vengono applicati ogni qualvolta il diportista sbarca a terra con un gommone o tender, quindi senza far entrare lo yacht o la nave da crociera in porto. Addirittura con livello di sicurezza 2 la Capitaneria di Porto di Salerno ha imposto per Positano e Amalfi security h24 per navi crociere e unità da diporto dichiarate in registro come passenger Ship, quindi con ospiti a bordo superiori alle 12 persone.

“Abbiamo riscontrato effettivamente un calo degli sbarchi ad Amalfi per pranzi, cene o una semplice passeggiata – spiega Antonio Dipino, chef patron del ristorante La Caravella di Amalfi, stellato più antico d’Italia e tra i dieci più antichi d’Europa – si è percepito una sorta di muro invisibile tra la terraferma e i diportisti”.

Situazione addirittura peggiore a Sorrento, dove fino ad agosto il servizio veniva effettuato dalla polizia municipale, con un costo per le unità a rada di un euro al giorno a passeggero. Il 17 agosto il servizio, invece, è stato affidato a una società terza, su direttiva della prefettura. Così da 1 euro al giorno a passeggero la tariffa è passata a 27 euro all’ora a tender o gommone per lo sbarco in porto. Diportisti che pagano quindi la tariffa a ore dal momento dello sbarco con tender alla fase di reimbarco.

“La situazione è diventata estremamente difficile – illustra Francesco Luise, responsabile sezione nautica da diporto di Assoagenti Campania – alcuni comandanti di superyacht di bandiera straniera, hanno subito verbali, increduli, per quanto stabilito dalle locali regole attualmente in vigore. Tale situazione sfavorisce in maniera assurda il turismo internazionale e questo a danno delle economie locali. Riceviamo quotidianamente decine di proteste da parte dell’utenza e ci stiamo muovendo per una soluzione del problema. Abbiamo richiesto un incontro alla Capitaneria di Porto di Salerno, al Comune di Sorrento e lo faremo anche per gli altri approdi, per trovare una procedura che pur garantendo la security non danneggi a tal punto il traffico marittimo”.

A Sorrento addirittura c’è stato il caso del primo ministro libanese, che per pochi giorni trascorsi in rada, sbarcando con il tender al porto solo per poche ore per pranzare o cenare, già accompagnato da due auto della Digos, ha ricevuto una fattura di oltre diecimila euro per il servizio di security portuale. “Ci stiamo battendo da tempo sui temi del recupero della competitività e dell’efficienza dei porti, unitamente alla riduzione delle tariffe dei servizi portuali, molto spesso prestati in regime di scarsa concorrenza – spiega Stefano Sorrentini, presidente di Assoagenti Campania -. È questo il caso della security portuale in molti dei porti campani. Auspichiamo pertanto che tramite la revisione dei piani di sicurezza, si determini l’ampliamento dei soggetti abilitati e si pervenga a un aumento dell’offerta; solo in questo modo si potrà arrivare in tempi brevi ad una riduzione sostanziale di tali costi portuali”.

Sul caso Assoagenti Campania ha già richiesto dei tavoli istituzionali al sindaco di Sorrento, all’Autorità Portuale di Salerno e Capitaneria di Porto. Sulla vicenda è intervenuta anche l’associazione nautica regionale campana, lanciando un appello al ministero delle Infrastrutture e Trasporti in occasione del Salone Nautico in corso a Genova.

“Sicuramente bisogna garantire sicurezza sulla fascia di costa, ma nel pieno rispetto della competitività portuale e dando la possibilità ai diportisti di venire sulle nostre coste – commenta Gennaro Amato, presidente Associazione Nautica Regionale Campana – stiamo danneggiando l’economia del mare in una fase di ripresa per il settore in Italia. Le istituzioni devono capire che la sicurezza del territorio e del mare deve camminare parallelamente con il confronto con gli imprenditori del settore, per evitare errori irreparabili, che rischiano di svuotare le nostre coste. Lo stesso discorso vale anche per le Aree Marine Protette come quella di Nettuno tra Ischia e Procida, dove si è arrivati al punto di non poter stare a rada da nessuna parte, quindi cacciando i diportisti da queste isole”.

La preoccupazione naturalmente riguarda il futuro, perché i prezzi vertiginosi della vigilanza portuale, stanno spingendo i charter brokers internazionali a diminuire gli itinerari delle vacanze dei nababbi sulla fascia di costa campana, favorendo il nord Italia e la Spagna. “Bisogna intervenire con urgenza a livello nazionale – spiegano Renato Martucci e Vincenzo Nappo, consiglieri Ucina – stiamo rischiando di trasformare i servizi tecnici dei porti in barriere invisibili che fanno scappare diportisti e crocieristi”.

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