Attese infinite al pronto soccorso dell’ospedale di Sorrento

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SORRENTO. Mancano pochi minuti alle 13 quando arriva un messaggio: “Vieni al pronto soccorso dell’ospedale c’è qualcosa che devi vedere”. Pochi minuti ed arrivo sul posto. Nella sala d’attesa c’è l’amico che mi ha inviato l’sms, il fotoreporter Luigi De Pasquale. Per scorgerlo, però, devo farmi spazio con lo sguardo tra decine di persone. “Ecco è questo che volevo farti vedere – esordisce Luigi appena mi vede -. Io sono qui da due ore, ma questi turisti sono in attesa da più tempo di me ed in tanti hanno desistito e sono andati via”.

A quel punto cerco di capire cosa blocchi l’attività dell’emergenza. Probabilmente, mi dico, c’è qualche codice rosso che ha la priorità. Entro dalla porta che immette verso le stanze del pronto soccorso e sento discutere in maniera concitata: “Appena usciamo andiamo dai carabinieri”, dice un giovane. “Vada pure”, risponde il medico seduto alla scrivania. Seguo il ragazzo che ha minacciato il ricorso alle forze dell’ordine che si allontana insieme alla compagna, la quale è visibilmente sofferente.

Chiedo cosa sia successo e lei spiega che sono in vacanza a Sant’Agata sui due Golfi, “ieri sono caduta e mi sono fratturata una costola. Solo che nel referto non hanno indicato i giorni di prognosi per cui non posso chiedere un permesso lavorativo. Ora, dopo due ore di attesa, mi hanno detto di tornare domani quando è di turno il medico che mi ha visitato ieri”.

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Si può capire. Solo chi lo ha redatto può modificare il referto, ma i due turisti non sono arrabbiati per quello: “Ho solo chiesto che mi prescrivessero un medicinale che mi alleviasse il dolore perché soffro molto e mi è stato risposto che dovrei attendere ancora. Sono sfinita, vado via. Ma non escludo di andare dai carabinieri per sporgere denuncia”.

Mentre pronuncia queste parole dal pronto soccorso escono un uomo ed una donna, entrambi col telefonino all’orecchio. “Vado dai carabinieri”, urla il primo e la seconda gli fa eco con il suo interlocutore.

Si allontana con passo veloce. Non sappiamo come sia finita e se qualche denuncia sia effettivamente partita nei confronti dei sanitari, fatto sta che la situazione sembra francamente insostenibile.

Nel frattempo Luigi De pasquale è ancora lì. Si è ferito durante una delle sue scorribande a caccia di sversamenti illeciti nei rivoli della zona. “Mi sono tagliato con una lamiera arrugginita nel Vallone Lavinola e volevo fare un’antitetanica per non rischiare infezioni, ma aspetto già da due ore e mi hanno detto che posso aspettare anche un giorno”.

Nel frattempo mi presenta alcuni suoi compagni di sventura, tutti turisti stranieri che attendono di essere visitati. Sicuramente non sono gravi, ma se sono al pronto soccorso anziché al mare un problema dovranno pur averlo. Qualcuno dice che è lì da un’ora, qualcuno anche da due. Ma continuano a pazientare molto educatamente.

Vado presso la direzione sanitaria e chiedo di parlare con il responsabile, il dottor Mauro Muto. Una dottoressa mi dice che non è ancora arrivato, poi quando mi presento si offre di fornire qualche spiegazione in merito a ciò che avviene nel pronto soccorso. “Bisogna tener conto delle emergenze – spiega – se ci sono codici rossi hanno la priorità”. Ovviamente sono d’accordo, ma i posti letto nel reparto sono appena 5, se anche ci fossero (e non c’erano) 5 situazioni da codice rosso, in due ore un medico poteva uscire per assistere alcune delle persone in attesa.

La dottoressa si dimostra molto disponibile ed annuncia a quanti siedono nella sala d’aspetto che nel giro di pochi minuti sarebbero stati visitati. Lo stesso non si può dire del suo collega che ha sfidato i due giovani ad andare dai carabinieri.

Vorremmo sapere cosa pensa di questa situazione la responsabile del reparto, la dottoressa Flora Beneduce. Forse i malati della penisola ed i turisti che arrivano a Sorrento e necessitano di cure sarebbero felici se dedicasse meno tempo alla politica e più attenzione a chi è costretto a ricorrere alle prestazioni del pronto soccorso dell’ospedale di Sorrento. Invito che estendiamo ai nostri amministratori che dovrebbero preoccuparsi di più della salute dei cittadini ed anche a chi lavora con il turismo: L’ospitalità si vede anche da questo. I turisti che vanno in ospedale si aspettano di essere curati in tempi ragionevoli, Sorrento non può offrire una simile immagine di totale abbandono.

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