Francesco Schettino attende la sentenza con cui oggi la Cassazione deciderà se confermare o meno la condanna a 16 anni e un mese di reclusione inflittagli dalla Corte d’Appello di Firenze per il naufragio della Costa Concordia all’Isola del Giglio: una tragedia nella quale, il 13 gennaio del 2012 persero la vita 32 persone. Questa mattina è in programma l’arringa dell’avvocato Saverio Senese, uno dei difensori di Schettino, poi i magistrati della quarta sezione penale si ritireranno in camera di consiglio per deliberare.
Se la Cassazione dovesse confermare la sentenza d’Appello, per Schettino si aprirebbero le porte del carcere.
I magistrati, infatti, potrebbero emettere immediatamente l’ordine di carcerazione. A quel punto, i carabinieri della stazione di Piano di Sorrento, competenti per la zona di Meta, dovrebbero prelevare l’ex comandante e accompagnarlo in cella.
Non si esclude, però, che Francesco Schettino possa decidere di presentarsi spontaneamente in caserma dove troverebbe ad attenderlo una folla di giornalisti. Ecco perché potrebbe già essersi allontanato da Meta, pronto a costituirsi. Certo è che l’ex comandante non fuggirà. Il 18 marzo 2015, infatti, Schettino ha consegnato il passaporto ai carabinieri dichiarando di non avere “intenzione di allontanarsi dal territorio nazionale” e di essere “fermamente deciso a difendersi” davanti ai giudici.