VICO EQUENSE. La Procura della Repubblica di Torre Annunziata archivia l’inchiesta sulla scomparsa di Angela Celentano. Nessuna speranza di conoscere la sorte della bambina di Vico Equense sparita sul monte Faito il 10 agosto del 1996. Le indagini si erano concentrate sulle persone presenti sulla montagna che sovrasta la penisola sorrentina il giorno della scomparsa, ma alcuni testimoni sono morti e dagli altri non sono emersi elementi utili e questo ha spinto la Procura a chiudere le indagini.
Era la mattina del 10 agosto 1996 quando i genitori di Angela Celentano, che all’epoca aveva 3 anni, partecipavano con altre 40 persone, alla gita annuale al monte Faito con la Comunità Evangelica di Vico Equense. Poco dopo le 13, il padre di Angela si accorse che la figlia non è più lì intorno a giocare con le sorelline. Scattò la mobilitazione con le forze dell’ordine che cercarono per giorni la bambina sui boschi del Faito, ma senza alcun esito.
Nel corso degli anni sono state seguote varie piste, fino ad arrivare a quella che si riteneva la possibile svolta quando apparve la fantomatica Celeste Ruiz, che asseriva di essere Angela Celentano, raccontando di essere stata rapita in Italia da una coppia che poi si era trasferita in Messico. Alla mail inviata ai genitori della piccola è allegata una foto con il volto di una ragazza ventenne i cui lineamenti appaiono compatibili con quelli di una foto della bambina invecchiata con la computer grafica.
La misteriosa Celeste viene cercata ovunque, fino a quando non è lei stessa a farsi viva. In realtà si chiama Brissia, è una psicologa di nazionalità messicana, è la donna della foto, ma non è Angela. Un mitomane le ha rubato l’immagine per poter scrivere alla famiglia Celentano dando false speranze. Dopo che la pista messicana viene messa da parte, la Procura si concentra sui familiari della piccola (come aveva fatto all’inizio delle indagini) per poi archiviare definitivamente il caso.
