All’alba la Capitaneria pizzica 4 datterari al lavoro

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Ancora una operazione portata a termine dai militari del Nucleo di Polizia Giudiziaria della Guardia Costiera di Castellammare di Stabia coordinati dal comandante Guglielmo Cassone che senza un attimo di tregua continuano la loro meritevole azione a contrasto dell’annoso fenomeno criminale della pesca – raccolta di frodo del dattero di mare della specie protetta “Lithophaga – lithophaga”.

Ciò che lascia interdetti gli investigatori, è forse per la prima volta in tanti anni di lotta e contrasto al fenomeno criminale, la consapevolezza che resta “incessante” la richiesta del prodotto da parte dei consumatori, sfatando il mito
che vuole questi ricercare i molluschi solo per bandire le tavole in occasione della ricorrenza delle festività natalizie.

Quanto emerge nel corso delle azioni di contrasto portate a compimento dai militari della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Castellammare di Stabia, oramai sugella che il prezioso mollusco bivalve viene richiesto all’illecito mercato tutto l’anno e, non vi è alcuna differenza di periodo o di stagionalità.

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Il comandante Cassone spiega che “si tratta di un aspetto fondamentale del quale oramai siamo convinti e che porteremo all’attenzione della Procura della Repubblica di Torre Annunziata”. Ad inizio mese l’azione di contrasto posta in essere aveva consentito di individuare diversi consumatori del prezioso mollusco bivalve che venivano così deferiti in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria.

Ogg,i a distanza di una ventina di giorni, ecco che i militari del Nucleo di Polizia Giudiziaria dopo l’ennesima attività investigativa condotta sul territorio di giurisdizione, hanno colto in flagranza di reato quattro soggetti organizzati tra loro, appartenenti al “sistema”, intenti nella pesca – raccolta di frodo del dattero di mare.

“Predoni del mare”, così vengono definiti ed annotati questo manipolo di soggetti che puntualmente continuano a depauperare i tratti di costa della penisola sorrentina, ove armati di martelli, pesanti mazzole a doppia punta e pinze frantumano metri quadrati su chilometri quadrati di roccia da dove estraggono il prezioso mitile i cui esemplari raggiungono anche la lunghezza di 12 centimetri.

Una vera e propria organizzazione che fa di quest’attività il “core business” da dove attingere proventi economici che talvolta vengono destinati a foraggiare altre attività illecite, oltre che sostenere la logistica stessa con l’allestimento di depositi tecnologicamente attrezzati con vasche refrigerate e sistemi di pompaggio per la conservazione ed il mantenimento anche per un lungo periodo del prezioso mollusco bivalve.

“Oramai il tratto di costa da Castellammare di Stabia a Massa Lubrense, fino a spingersi a Nerano e Punta Campanella anche in piena Area marina protetta – aggiunge Cassone – è per lunghi tratti anche irrimediabilmente compromesso e ci vorranno forse decine e decine di anni affinchè l’ecosistema marino ritrovi il suo habitat e naturale equilibrio”.

Tratti di costa ridotti a “brandelli” – un colabrodo, questo evidenziano le riprese video condotte dal Nucleo Subacquei della Guardia Costiera, uno scenario che si presenta per lunghi tratti desertificato dove l’unica cosa che attecchisce e dà colore è la presenza dei ricci di mare.

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Il blitz per l’operazione “Sotto a chi tocca” è scattato alle prime luci dell’alba, quando i militari del Nucleo Navale collaborati dai colleghi del Nucleo di Polizia Giudiziaria, hanno aspettato appena giusto il tempo della loro immersione per intervenire, questa volta nell’immediatezza dei fatti avendo come obiettivo la salvaguardia di quel tratto di costa preso di mira dai quattro “Predoni del Mare” che organizzati anche con un servizio di “sentinelle” assoldate dal “sistema” credevano di lavorare indisturbati.

Tre dei quattro si erano immersi alle prime luci dell’alba ed avevano preso di mira il tratto di costa del Comune di Vico Equense compreso da Seiano fino a Punta Scutolo, dove si erano divisi le zone ed indisturbati con pesanti martelli – mazzole e pinze frantumavano la roccia ed estraevano il prezioso mollusco – datteri di mare; i militari non hanno atteso un solo istante e sono immediatamente intervenuti con i mezzi navali riuscendo a fermare l’azione delittuosa.

Due dei tre subacquei “Predoni del Mare”, meglio noti nell’ambiente “stabiese” come datterari avevano inizialmente fatto perdere le loro tracce riuscendo ad eludere l’intervento dei mezzi navali e cercando la fuga via terra, dove però sono comunque caduti nella fitta rete predisposta dal personale militare appiedato che li ha sorpresi mentre cercavano di dileguarsi a bordo di un veicolo precedentemente parcheggiato sulla banchina del porticciolo di Seiano, a Vico Equense.

Si è così proceduto a deferire in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria noti pregiudicati stabiesi più volte già attenzionati e destinatari di provvedimenti di misure cautelari: S.L., A.D.G., L.A., e R.A., oltre che si è proceduto al sequestro delle attrezzature subacquee individuali come mute da sub, erogatori, maschere, pinne, cinture con i piombi, bombole oltre che i pesanti martelli – mazzole a doppia punta, con le pinze utilizzati per la frantumazione delle rocce e l’estrazione dei datteri di mare, retini utilizzati per contenere il prezioso mollusco e circa 15 chili di molluschi frutto dei primi colpi di mazzola inferti alle rocce della già martoriata costa della penisola sorrentina.

Ai quatto soggetti sono stati contestati una serie di reati tra cui spiccano la ricettazione e il danneggiamento ambientale.

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