Alberi abbattuti nel centro di Vico Equense, denuncia Vas e Wwf

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VICO EQUENSE. Sembra uno scherzo del destino ma pare che lo stesso supplizio del martire San Ciro, patrono della città di Vico Equense, sia ora toccato ai poveri alberi che incorniciavano da mezzo secolo l’omonima chiesa: sopravvissuti all’asfalto bollente della piazza ed ai tagli di capitozzo operati, gli alti alberi di cedro, magnolia e pino sono alla fine stati definitivamente decapitati.

San Ciro da medico aveva a cuore la salute dei suoi pazienti, oggi è risaputo che “un albero ti guarirà”. I risultati di centinaia di ricerche non lasciano dubbi: l’esposizione a spazi verdi migliora la salute delle persone. Abbassa la pressione arteriosa, fa bene all’umore, riduce lo stress, limita le degenze ospedaliere. Sette anni in più di longevità è l’effetto di 10 alberi in più nel proprio isolato. E se si riduce drasticamente il numero delle piante, la condizione fisica di uomini e donne peggiora.

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È stato accertato da numerose ricerche, condotte fin dall’84 dal dottor Roger Ulrich, come il verde, anche solamente osservato dalla finestra di un ospedale, abbia una capacità di aumentare le guarigioni e, ad un tempo, di ridurre l’apporto farmacologico ai degenti. Si calcola che potenziare le aree verdi in città comporterebbe un risparmio di 4,5 miliardi sulla spesa sanitaria.

Tutto ciò è risaputo, ma non a Vico Equense dove, in questi giorni, si è attuata l’ennesima mattanza arborea proprio alle spalle della chiesa dedicata al medico martire San Ciro e di fronte alle finestre dell’ospedale. Ad allertare dello scempio in atto sono stati proprio i pazienti che, in pigiama dai corridoi del nosocomio, hanno documentato con rammarico e impotenza le ruspe all’opera mentre sradicavano gli alberi facendoli pericolosamente crollare uno sull’altro.

Immediato l’interessamento del Wwf e dei Vas che hanno denunciato i fatti. In piazza Marconi sono stati eliminati un pino, due cedri e una magnolia, che si aggiungono ad altrettanti già eliminati nel recente passato. I lavori definiti di “abbattimento barriere architettoniche” sono messi in essere in virtù della Determina n° 1164/2019 del 30/10/19 come appare da una tabella affissa.

Gli alberi, aldilà dell’indubbio valore paesaggistico ed alla notevole frescura che procuravano nelle giornate assolate, rivestivano un ruolo fondamentale come barriere fono-assorbenti e nella purificazione dell’aria dall’inquinamento da gas di scarico e particelle dannose alla salute (causa di allergie, patologie asmatiche, tumori) proprio in un punto dove il traffico veicolare è intenso ed a tratti caotico.

Gli alberi, nonostante le assurde potature operate nel 2016, che avevano eliminato tutti i rami basali dal tronco slanciando le piante verso l’alto, erano in perfette condizioni vegetazionali e godevano di ottima salute, come si deduce anche dalle sezioni del legno tagliato, ragion per cui non sussisteva nessun valido motivo e giustificazione per procedere al loro abbattimento. E anche se tali essenze arboree verranno sostituite, come si auspica, tale fatto configura, oltre ad un danno paesaggistico e ambientale, anche un grave sperpero di denaro pubblico.

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Ci si chiede a questo punto se la Soprintendenza, come ente sovraordinato preposto, sia stata messa a conoscenza ed abbia mai autorizzato tale taglio. Riteniamo infatti che il parere della Soprintendenza sia necessario dal momento che l’abbattimento di tali alberi, alti fino a 12 metri, facenti parte integrante del paesaggio e assolutamente visibili dallo spazio pubblico, non possa affatto considerarsi un intervento di “lieve entità” e tra quelli considerati “esclusi dall’autorizzazione paesaggistica o sottoposti a procedura autorizzatoria semplificata” ai sensi del DPR n° 31 del 13 febbraio 2017 come sostiene l’agronomo comunale nella sua perizia.

A tale proposito nella Circolare operativa Mibact n° 32 del 21 luglio 2017 si chiarisce l’interpretazione dell’allegato A del DPR n° 31/2017: l’intervento di taglio di alberi è consentito senza autorizzazione della Sovrintendenza solo laddove esso è “di lieve entità e senza rilevanza paesaggistica”.

“Ma la cosa più assurda di questa vicenda – dichiara Claudio d’Esposito, presidente del Wwf Terre del Tirreno – è proprio la perizia agronomica redatta dall’agronomo Raffaele Starace, su incarico conferito con urgenza dal responsabile dell’Area Tecnica architetto Catello Arpino. Una complessa relazione di ben 64 pagine, redatta per lo più col “copia & incolla”, nella quale in sintesi l’agronomo giunge a conclusioni contrarie ad ogni deontologia professionale.

Infatti nonostante nelle schede attesti che gli alberi al momento della verifica stiano bene e non manifestino alcun sintomo di propensione al cedimento li colloca, anzicchè in classe A, in classe di propensione al cedimento B o addirittura C, per poi concludere: le piante non rappresentano pericolo per la stabilità e propensione al cedimento, ma viste le esigenze progettuali se ne prescrive l’abbattimento.

Non si comprende per quale motivo un tecnico agronomo, incaricato di valutare lo stato di salute delle piante e la loro propensione al cedimento, dopo aver attestato che le piante al momento del sopralluogo non destano evidenti segni di pericolo per la pubblica e privata incolumità di persone, animali o cose, ne prescriva l’abbattimento per “esigenze progettuali”? È chiaro che qui l’agronomo, che dovrebbe limitarsi a svolgere il suo ruolo professionale di tecnico e medico delle piante, palesemente invece assevera la volontà/richiesta del progettista-committente che ha l’esigenza di spostare/eliminare gli alberi? Tutto ciò ci appare semplicemente assurdo oltre che vergognoso”.

“Ciò che sta succedendo a Vico Equense è parossistico e non più accettabile – aggiunge Franco Cuomo dei Vas -. Si fanno ordinanze per distruggere alberi e, nel centro cittadino, assessore ai Lavori pubblici e sindaco autorizzano una barbara distruzione di alberi vivi a vantaggio di strutture e cemento dove poteva esserci un polmone di verde urbano”.

Le associazioni ambientaliste hanno pertanto chiesto alla Procura della Repubblica, ai Carabinieri Forestali e alla Soprintendenza di accertare la legittimità degli abbattimenti arborei e la loro conformità con le autorizzazioni rilasciate; di verificare il rispetto delle normative antinfortunistiche di cantiere viste anche le modalità di abbattimento degli alberi; di conoscere le modalità di gestione/smaltimento del legname (conferimento discarica con codice CER/vendita come bene pubblico).

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