MASSA LUBRENSE. L’affondamento di una costosa imbarcazione acquistata in leasing, avvenuto al largo delle acque antistanti Punta Campanella e la Baia di Ieranto, verificatosi nell’ottobre del 2009, sarebbe stato provocato volontariamente dal locatore e dai componenti dell’equipaggio.
Gli inquirenti non hanno dubbi circa le circostanze che hanno portato al naufragio di un Mira 43, lungo 13 metri e del valore commerciale superiore ai 400mila euro.
In pratica si ritiene che l’obiettivo fosse quello di percepire indebitamente il premio assicurativo dovuto per l’incidente, che oggi si considera falso. /p>
Per questo motivo la guardia costiera che opera presso la sezione di polizia giudiziaria della procura di Torre Annunziata e la compagnia oplontina della guardia di finanza hanno eseguito quattro ordinanze di misure cautelari emesse dal gip. Ai domiciliari sono finiti il locatore dell’imbarcazione e la persona che materialmente avrebbe eseguito l’affondamento, mentre altri due soggetti sono stati raggiunti da un provvedimento di obbligo di firma.
I capi di accusa sono naufragio, falso in atto pubblico e tentata truffa ai danni di una compagnia di assicurazioni.
Secondo le risultanze delle indagini, condotte dai militari della capitaneria in collaborazione con i finanzieri, diretti dalla procura di Torre Annunziata, i quattro sono accusati “in concorso tra loro – come spiega il procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Alessandro Pennasilico – del naufragio volontario di una costosa imbarcazione da diporto acquistata in regime di leasing, al fine di percepire indebitamente il relativo premio assicurativo, arrivando finanche a produrre falsi atti della Direzione Antimafia di Napoli”.
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