Addio al Reddito, a Sorrento il ritorno degli stagionali

Il Reddito di cittadinanza finisce in soffitta e per le imprese turistiche diventa più facile trovare lavoratori. In realtà non si può parlare di una correlazione diretta del tipo causa-effetto tra l’addio al sussidio ed il superamento dell’emergenza personale, ma di sicuro un nesso esiste.

La conferma arriva da Sorrento, principale industria dell’accoglienza del Mezzogiorno, che quest’anno veleggia verso il record di tre milioni di presenze. Una marea umana proveniente dai quattro angoli del mondo che pretende un’ospitalità all’altezza della fama della Costiera. Non bastano alberghi che offrano tutti i comfort possibili ed immaginabili, servono anche addetti che si prendano cura, fino a “coccolare” gli ospiti, ad ogni ora del giorno e della notte.

E oggi questo avviene, almeno nella maggior parte delle strutture. Al contrario di quanto accaduto nel recente passato. Negli ultimi anni abbiamo dovuto raccontare dell’emergenza dipendenti nel comparto turistico. Aziende che offrivano lavoro senza che si presentassero candidati disposti ad accettare la proposta. Anche le campagne di recruiting organizzate da società specializzate non hanno contribuito come si sperava. Tanto che, soprattutto nel periodo clou dell’estate 2022, alcuni hotel si sono visti costretti a rinunciare ad una parte delle prenotazioni non potendo contare su un numero adeguato di lavoratori.

C’è da dire che era anche la stagione che segnava l’uscita da periodo pandemico con tutte le difficoltà che il Covid ha provocato. Solo con l’arrivo della primavera dell’anno scorso le restrizioni negli spostamenti sono state definitivamente revocate ed è stato possibile riprendere a viaggiare. Un momento atteso dai turisti di tutto il mondo che, dopo due anni di limitazioni, avevano già le valigie pronte. Ma era anche un periodo di incertezza: “Per quanto tempo potrà durare?”, “C’è il rischio di una recrudescenza del virus?”. Erano queste le incognite.

Dubbi che assillavano tanto i turisti pronti a partire quanto chi si preparava a prendere servizio negli alberghi. Il risultato? In molti hanno preferito la certezza del sussidio all’incognita di un impiego che rischiava di essere di breve durata.

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“Gli hotel della Costiera contano normalmente tra i 5 ed i 6mila dipendenti – sottolinea il presidente di Federalberghi Campania e Penisola Sorrentina, Costanzo Iaccarino -. Prima il Reddito e poi il virus hanno spinto tanti nostri collaboratori ad allontanarsi dal settore del turismo. Complici anche gli incentivi all’edilizia in molti hanno preferito spostarsi verso il settore delle costruzioni e per questo l’anno scorso abbiamo dovuto fare i conti con pesanti difficoltà legate ad una carenza del personale pari a circa il 10 per cento della forza lavoro”.

Se si tiene conto dell’intero comparto dell’ospitalità, comprendendo bar, ristoranti, strutture extralberghiere, stabilimenti balneari ed indotto il numero degli addetti a Sorrento e dintorni supera i 10mila, il che si traduce in una perdita di circa mille lavoratori negli ultimi anni.

Discorso ben diverso per la stagione in corso. Già dopo le elezioni che hanno portato alla vittoria Giorgia Meloni ed il centrodestra era chiaro che sarebbe arrivata una stretta per i percettori del Reddito e per il Superbonus edilizio. E così, ben prima che arrivasse il famigerato sms dell’Inps, molti ex dipendenti del turismo hanno chiesto di poter riprendere il lavoro.

“In tanti sono tornati – conferma Iaccarino – ma per coprire i posti rimasti vacanti si è fatto ricorso anche ad extracomunitari che abbiamo inserito nelle nostre aziende”. Emergenza superata quindi? “Non proprio – chiarisce il numero uno degli albergatori regionali -. Abbiamo ancora qualche problema relativo ad alcune figure: personale di sala, addetti ai piani ed alla cucina. Si tratta di professionalità necessarie anche in ristoranti e strutture extralberghiere, attività che sono in costante aumento ed alla continua ricerca di operatori, tanto che l’offerta non è in grado di soddisfare la crescente domanda”.

Senza dimenticare che nell’extralberghiero permane una sacca di sommerso costituita da quanti scelgono di lavorare in nero continuando a percepire i sussidi statali. I controlli sono difficili se non impossibili, basti pensare che solo Sorrento conta oltre mille attività del comparto.

Da ciò la necessità per le aziende di puntare sulle giovani generazioni. “Bisogna far comprendere ai ragazzi il piacere di lavorare nel settore dell’ospitalità – conclude Iaccarino -. Devono capire che mettersi in gioco e imparare un mestiere può rappresentare il loro futuro. Dal canto nostro abbiamo il dovere di offrire una formazione all’altezza delle mutate esigenze della clientela”.

Articolo tratto da quello del nostro direttore per Il Mattino in edicola oggi.

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