Abusi nell’albergo del sindaco, il caso finisce in Parlamento

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META. La mancata demolizione dei (presunti) abusi edilizi realizzati presso il “Giosuè a mare”, l’albergo di cui il sindaco di Meta, Giuseppe Tito, è comproprietario, finisce in Parlamento. L’iniziativa è di sette esponenti del M5Stelle che hanno presentato un’interrogazione ai ministri dell’Interno e della Pubblica amministrazione, rispettivamente Marco Minniti e Marianna Madia.

Secondo i senatori pentastellati Puglia, Giarrusso, Paglini, Castaldi, Donno, Lezzi e Moronese, le ordinanze con cui il Comune aveva imposto ai titolari dell’hotel la demolizione di cinque stanze e di una terrazza abusive non è mai stata eseguita. Le opere non sono neanche state acquisite al patrimonio comunale dal 2007 a oggi, periodo in cui Tito ha ricoperto prima la carica di assessore e poi quella di sindaco.

Ecco perché il gruppo di senatori grillini parla di “cattiva amministrazione” e di “conflitto di interessi”. Si tratta dell’ennesima grana per Tito, indagato per corruzione e altri sei reati nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Torre Annunziata su parcheggi, luminarie natalizie e servizio di trasporto interno a Meta.

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