Nemmeno il tempo di porre sotto sequestro uno sbancamento di rocce e terreno per realizzare un tracciato carrabile nella frazione di Alberi nel Comune di Vico Equense che allertati da una nuova segnalazione, gli agenti del comando di polizia locale di Vico Equense sono intervenuti ad accertare e sequestrare un ulteriore tracciato carrabile realizzato ex-novo tramite sbancamento di una scarpata in un uliveto posto al margine della via Raffaele Bosco che conduceva ad una casa posta più in alto.
In contemporanea il nucleo Carabinieri Forestale di Castellammare di Stabia ha apposto i sigilli ad un’ennesima rampa carrabile ottenuta tramite sbancamento di terreno in via Gradoni, nella frazione di Monticchio, a Massa Lubrense, assieme ad una struttura in pali di castagno chiusa da rete in nylon.
I lavori in corso, segnalati dal Wwf e messi in atto senza alcuna autorizzazione, stavano comportando una evidente modifica dello stato dei luoghi in aree tutelate paesaggisticamente.
Purtroppo una mal radicata formazione mentale induce taluni a considerare il territorio come qualcosa da modificare a proprio piacimento per “adattarlo” ai propri scopi, usi e consumi, incuranti delle gravi conseguenze al paesaggio, alla natura e allo stesso delicato equilibrio idrogeologico.
“Dopo il sequestro operato dalle forze dell’ordine nella frazione di Alberi e l’appello della nostra sezione a denunciare ogni abuso e manomissione del territorio, sotto saccheggio da troppo tempo, sono state decine le segnalazioni pervenute alla segreteria del Wwf Terre del Tirreno – dichiara Claudio d’Esposito presidente dell’associazione locale del panda -. Nei limiti delle nostre forze cerchiamo di verificare e smistare ogni lettera o segnalazione alle forze dell’ordine competenti per gli accertamenti del caso. Ma gli appelli sono davvero tanti: tra sbancamenti, tagli di alberi, costruzione di manufatti e case, scarichi fognari, bracconaggio e inquinamenti vari la situazione appare davvero drammatica. A tutto questo si aggiungono i “grossi abusi” (casali, ville, Spa, agriturismi, ristoranti, alberghi, residence e varie), quelli che appaiono “autorizzati” ma che, a ben vedere, non si sarebbero potuti autorizzare, e le opere di “riqualificazione” fatte spesso con soldi pubblici (Pnrr) da progettisti ed enti incuranti dell’ambiente e delle stesse leggi poste a tutela”.
Nel frattempo si continua a far crescere un’economia “turistica di massa” spesso perversa, portata avanti in modo egoistico e miope con sacrifici sempre maggiori per l’ambiente e per la qualità della vita degli stessi abitanti locali.
“È tempo di denunciare con forza, in modo deciso e coerente, ogni attentato o manomissione alla nostra Terra delle Sirene – conclude d’Esposito – È tempo di conservare il più possibile ogni albero, ogni metro di terra coltivabile, ogni tassello di spiaggia e di roccia da lasciare in eredità alle generazioni future in attesa che maturi una vera coscienza ambientalista e civile. Assieme alla Natura abbiamo ereditato il “bello” di un paesaggio unico al mondo, è nostro dovere tutelarlo nei fatti, al di là degli abusati proclami e degli spot politici e strumentali del momento e contro ogni sciacallo o abusivista di cemento armato”.