SORRENTO. I tanti turisti ed escursionisti che da oggi percorreranno via Capodimonte per raggiungere le parti alte di Sorrento, seguendo l’antica viabilità della penisola sorrentina e le mappe escursionistiche, non troveranno più come riferimento geografico quel grande albero secolare (pag. 93 Lento Pede – ed. Confine 2007) raggiunto il quale si imbocca una scalinata in pietre sulla sinistra a continuare il percorso.
Nei giorni scorsi, infatti, si è proceduto al taglio a raso del secolare carrubo (Ceratonia siliqua) di via Capodimonte. L’esemplare arboreo in questione vegetava da circa un secolo al lato della stradina e, col suo tronco dritto e nodoso, costituiva un elemento indiscutibile del paesaggio e della geografia dei luoghi.
“Un capolavoro creato dalla natura in un secolo è stato distrutto dall’uomo in un’ora – dichiara Claudio d’Esposito, presidente del Wwf Terre del Tirreno -. L’esemplare era in piena vigoria e si ergeva diritto e robusto, nonostante una vasta cavità alla base del tronco causata da carie tipica degli esemplari vetusti di tale specie. Si ignora per quali motivi si sia intervenuti sulla pianta; a nostro avviso non sussistevano motivi di pericolo ma, in ogni caso, vista la sua posizione sarebbe stato possibile considerare una semplice messa in sicurezza della stessa. In extremis si sarebbe potuto valutare di recuperare la pianta tramite espianto e riposizionamento in altro sito. E’ mortificante prendere atto di come della tutela e salvaguardia delle bellezze di Sorrento non interessa troppo agli amministratori locali, né tantomeno interessa a quei miopi imprenditori che dal saccheggio e trasformazione di un territorio che in molti ci invidiano traggono da sempre il loro ingrato arricchimento”.
“In quanto alla cavità del tronco – precisa ancora d’Esposito – è da precisare come nella maggior parte dei carrubi presenti sul nostro territorio (e nella quasi totalità di quelli vetusti) si possono riscontrare cavità più o meno importanti nei tessuti legnosi causate da carie e funghi. Ma un albero anche se è cavo al suo interno potrà tranquillamente continuare a vegetare e non è detto che debba necessariamente cadere, anzi. In penisola sorrentina sono ormai tanti gli alberi che, giudicati “storti, pericolosi e pronti a cadere” da superficiali e frettolose perizie di agronomi e oggetto di assurdi provvedimenti di abbattimento ad horas, sono stati risparmiati dalle motoseghe a seguito dell’interessamento del Wwf e, a distanza di anni, sono ancora in piedi vivi e vegeti, ammirabili da chiunque. Uno per tutti: il grosso pino della Villa Comunale a Sorrento”.
E mentre il baluardo vegetale di via Capodimonte è stato ridotto ad un moncone, sempre sulla stessa strada, nella scarpata al di sotto della carreggiata, probabilmente gli stessi artefici dello scempio hanno provveduto a depositare al suolo gli sfalci del taglio della chioma dell’albero, assieme a cumuli di ramaglie e rifiuti che periodicamente (da anni) vengono impunemente scaricati al suolo per poi essere bruciati, creando situazioni di inquinamento e di pericolo incendi. Nei pressi della discarica è possibile osservare la chioma disseccata di un ulivo colpita dalle recenti fiamme dei roghi di bruciatura.
Il Wwf Terre del Tirreno allertato dai cittadini ha denunciato i fatti agli organi competenti chiedendo di verificare la legittimità del taglio dell’albero e del deposito/discarica e bruciatura dei rifiuti sulla via Capodimonte a Sorrento.