SORRENTO. Villa Fiorentino, sede della Fondazione Sorrento, ospita la mostra dell’artista russo Yuri Kalyuta, intitolata “Kalyuta³ all’infinito”. L’inaugurazione è in programma sabato 27 ottobre alle ore 18 e l’esposizione sarà aperta fino al prossimo 18 novembre con orario 10 – 13 e 16 – 19:30, ingresso gratuito. L’evento rientra nell’ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario della nascita di Maksim Gor’kij, uno dei più importanti scrittori russi, il quale ha soggiornato a Sorrento nei primi decenni del secolo scorso. Ed ora il Comune, insieme alla Fondazione Sorrento, ha deciso di preparare tutta una serie di manifestazioni per ricordare il drammaturgo.
Tra le iniziative di maggior rilievo in programma nei prossimi giorni c’è proprio la mostra di Kalyuta. L’artista è uno dei più singolari e talentuosi pittori contemporanei russi, insignito del titolo di “Artista Onorario della Russia”, è accademico e titolare della cattedra di pittura all’Accademia Statale Repin delle Arti di San Pietroburgo. Kalyuta è un pittore biblico nel senso che nelle sue composizioni vive l’allegoria, una parabola a suo modo visiva. Egli è cosciente della peculiarità della sua arte e della sua personalità e ci indica che tutto il nuovo “è già stato nei secoli passati, prima di noi”.
Le sue opere, di grande impatto emotivo, sono state esposte in numerosi musei e fanno parte delle prestigiose collezioni di importanti strutture museali di Mosca, San Pietroburgo, Amburgo, Berlino, Pechino, Shanghai. La sua prima mostra in Italia è stata al Complesso del Vittoriano, a Roma, con “Rosso su rosso” e alla Pinacoteca Albertina di Torino con “L’artista e la modella” e ora per la prima volta viene presentata una sua mostra a Sorrento.
“Non è un caso che abbia scelto Sorrento per realizzare la mostra di Yuri – spiega Enzo Fornaro, curatore dell’evento – ma è la volontà e la ricerca di riprendere quel processo culturale che dalla nascita dell’Accademia delle Arti di Russia si è tramandato nei secoli, attraverso il peregrinare di molti importanti artisti russi in questo territorio, descrivendo e illustrando Sorrento attraverso le loro opere, uno per tutti Silvester Scedrin che ha portato l’immagine di Sorrento in Russia rendendo famosa la città e questo territorio. Presentare i lavori di Kalyuta in questo contesto è un forte richiamo a quei tempi e a quelle memorie, alle tradizioni della scuola di pittura classica risalenti all’Accademia Imperiale delle Arti di Russia ma nata dalla scuola italiana e tramandata sino ad oggi, in forme e modi tutt’ora validi e nuovi ma è anche scoprire il piacere di tornare ad ammirare un’opera d’arte contemporanea che trasmette emotività, come quando si è immersi nei musei a contemplare le opere dei grandi maestri del passato”.
Nell’arte di Yuri Kalyuta si coniuga la tradizione accademica e le combinazioni cromatiche accese e contrastanti che conferiscono ai suoi dipinti toni forti e decisi attraverso la pennellata istintiva e l’uso emozionale del colore. I suoi principi narrativi sono densi di significati, e indagano gli aspetti psicologici delle figure rappresentate, con una predilezione per il ritratto. In particolare, come Picasso e Matisse, si è ispirato al più antico dei temi artistici, quello della figura, della modella, la musa ispiratrice, tema dominante di molte sue opere. Non meno importante è l’altro aspetto che si ritrova nelle opere di Kalyuta, il suo interesse agli affetti familiari, la vita per lui è la famiglia, come entità unica, uno spazio permeato dall’amore.
Nel suo processo creativo l’artista dà molto rilievo alla rappresentazione del caso e della realtà attraverso rapide pennellate che mostrano quanto sia abile a utilizzare le minuscole impressioni come la totalità, con combinazioni di punti, blocchi e piani. La rigorosa struttura del disegno e le armoniose relazioni tra i colori rendono le sue opere molto vivide. Gli esperti sostengono che Kalyuta è un maestro della pittura, che ha trovato la sua strada nell’arte.
Vittorio Sgarbi nel suo saggio dedicato alla grande mostra di Kalyuta, tenutasi al Complesso del Vittoriano, in un passaggio sottolinea che “se c’é una serenità, in Kalyuta, é nel momento supremo del conseguimento dell’intuizione, nella sospensione dalla contingenza temporale con cui traduce la percezione in invenzione artistica, affidando al tocco cromatico, tanto più efficace quanto più anela alla continuità dell’assoluto ultrafisico – il rosso, il nero – e si distacca dalle insidie del dettaglio figurativo, come le chiamava proprio Matisse, la capacità di ricavare dai corpi e dalle cose distillati purissimi di vita, isolandole per un attimo da un mondo di cui, peraltro, la pittura cerca di amplificare gli effetti. In questo modo, ci dice Kalyuta, si arriva ad avvertire il sentimento del bello, in grado di riscattare il mondo”.
I dipinti russi hanno sempre enfatizzato la tradizione della descrizione, inoltre Kalyuta si è nutrito della ricerca estetica cinese, del suo linguaggio gradevole e simbolico, che si ritrova nei particolari di certi interni e nell’attenzione per il dettaglio. Accanto a questo, la capacita di cogliere l’atmosfera di un luogo contraddistingue i paesaggi dipinti dall’artista, che dedica una particolare attenzione alle città d’arte italiane.