A 10 anni dalla tragedia della Costa Concordia parla la figlia di Schettino

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In questi giorni ricorre il decimo anniversario dal naufragio della Costa Concordia. Disastro avvenuto il 13 gennaio del 2012, all’Isola del Giglio. Tragedia per la quale il comandante della nave, Francesco Schettino, è stato condannato a 16 anni. In vista della ricorrenza l’altro giorno su La Stampa è stato pubblicato un articolo che ripercorre quanto accaduto quella drammatica notte di 10 anni fa che ha provocato la reazione della figlia del comandante della Concordia, Rossella, la quale ha pubblicato un lungo post su Facebook nel quale ricostruisce la vicenda e manifesta la propria vicinanza alle vittime.

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Di seguito il testo integrale:

Ritengo doveroso precisare che mio padre non ha mai più avuto contatti con l’avvocato Laino Donato, revocato da anni, rimango pertanto perplessa nel leggere che ha contribuito alla stesura della revisione così come riportato nell’articolo pubblicato dalla giornalista Grazia Longo del quotidiano la Stampa in data 3 gennaio 2022 che tra l’altro riporta virgolettati attribuiti a mio padre che non ha mai pronunciato.
Per quanto riguarda le dichiarazioni riportate nell’articolo dall’ex comandante De Falco è incomprensibile che nell’immediato dell’incidente sia stata divulgata la sola telefonata delle ore 01:46, tralasciando la diffusione degli audio delle ore 00:17 e delle 00:30.
Gli audio rispettivamente proverebbero sia l’improvviso abbattimento della nave che le richieste di mio padre di spostare i soccorsi sul lato dove a causa dell’abbattimento della nave erano cadute le persone in mare al fine di pattugliare l’area.
In sostanza dall’abbattimento della nave come accertato dalle indagini, avvenuto alle ore 00:17, nel buio più assoluto, lo specchio di mare prospiciente al lato abbattuto dove sono state in seguito ritrovate alcune vittime, non è stato pattugliato quantomeno fino alle ore 01:46, orario in cui mio padre di fronte alla nave abbattuta riceve la telefonata di De Falco che come evidenziato dai contenuti delle sue richieste sembrerebbe che ancora non avesse compreso che la nave era abbattuta e semiaffondata su tutto il lato destro.

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Rossella Schettino

Queste due comunicazioni se divulgate con lo stesso tempismo e accanimento della famosa telefonata delle ore 01:46 avrebbero da subito chiarito la dinamica dei fatti che hanno causato l’uscita fuori bordo di mio padre e di tutti quelli che si trovavano sul lato destro abbattuto e poi affondato come evidenzia la stessa foto pubblicata dall’articolo sulla Stampa.
Ormai a distanza di anni sarebbe apprezzato da parte del Sig. De Falco un religioso silenzio, in alternativa uno slancio intellettuale che gli farebbe solo onore, qualora ammetta che nella concitazione degli eventi avrebbe potuto non comprendere nell’immediato che, la nave si era abbattuta. Comunicazione tra l’altro trasmessa sul canale 16 di soccorso anche alla sua sala operativa di Livorno dalla motovedetta G 104 da lui designata come suo riferimento visivo sulla scena dell’emergenza per la gestione dei soccorsi a distanza.
E’ mai possibile che la motovedetta G104 della Guardia di Finanza oltre al messaggio diffuso sulla frequenza di soccorso alle ore 00:17 che annunciava che la nave si stava abbattendo e pertanto intimava a tutte le imbarcazioni di allontanarsi dalla Concordia non abbia mai fatto capire in modo chiaro e incontrovertibile a De Falco che la nave era abbattuta e affondata sul lato destro???
E’ sotto gli occhi di tutti che mio padre sta espiando la sentenza in religioso silenzio, invito pertanto nel rispetto delle vittime a fare altrettanto.
Ricordo che il 13 gennaio, non è un evento da celebrare ma una triste ricorrenza che non dovrebbe lasciare spazio ad autocelebrazioni ne generare onde emotive che potrebbero essere dannose per il sereno prosieguo degli iter giudiziari previsti dalla legge Italiana ed Europea.
All’epoca dell’incidente ero appena quindicenne, se esiste, una scala di misurazione del dolore per quanto accaduto credo che il mio sia il più prossimo di coloro che sono colpiti negli affetti più cari.
Rinnovo la mia più sincera e sentita vicinanza alle vittime.

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