Tempi lunghi per il restauro della statua di Sant’Antonino, i lavori continueranno fino a Pasqua

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SORRENTO. Gli interventi per il restyling della riproduzione del Santo patrono sono destinati a durare più del previsto. Si prevede la conclusione dei lavori non prima della Pasqua. A determinare lo slittamento sono alcune difficoltà tecniche emerse nel corso delle operazioni di recupero della statua di Sant’Antonino.

Durante la pulitura, infatti, i tecnici hanno individuato una serie di lesioni riparate in modo maldestro e con materiali non appropriati. A deturpare il monumento che sorge al centro di piazza Tasso sono la calce, il cemento e i chiodi di ferro utilizzati in passato. In particolare, il metallo ossidato ha frammentato il tufo in più punti. Alla fine è emerso che quella che in origine sembrava una statua monolitica, appare invece composta da cinque o sei pezzi assemblati. A Sorrento tutti erano convinti che lo scultore Torrese avesse ricavato l’immagine del Santo patrono ricavandola da un unico blocco di tufo. Ora, la scoperta effettuata dai restauratori potrebbe rimettere in discussione la storia di uno dei simboli della città. A spiegarlo è l’architetto Rosario Fiorentino, che dirige i lavori finanziati dal Rotary Club di Sorrento: “Non sappiamo se la statua sia nata così o se sia stata rotta e poi nuovamente assemblata in un momento successivo – spiega -. In ogni caso, bisogna rimuovere i corpi estranei e metterla in sicurezza una volta per tutte”.

Per l’equipe di restauratori, capitanata da Andrea Porzio, si preannuncia, quindi, un lavoro più complesso del previsto. Con il placet della Soprintendenza, i tecnici avvolgeranno la statua di Sant’Antonino in uno strato di carta giapponese per proteggerne la superficie. Poi applicheranno poliuretano espanso e puntelli in legno per assorbire le vibrazioni. Dopodiché attorno al Santo patrono sarà creato un guscio protettivo in polietilene: in questo modo, la statua resterà compatta e i restauratori potranno riparare le lesioni. I chiodi di ferro saranno eliminati, mentre quelli che non potranno essere rimossi saranno trattati con una particolare sostanza a base di acido tannico.

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A quel punto si potrà dare il via alla seconda e ultima fase dell’intervento, cioè quella del consolidamento della statua. Le stuccature effettuate in passato saranno completamente rimosse e sul tufo saranno applicate barre in fibra di vetro. Infine l’ultimo step: il monumento sarà cosparso di resina e poi di malta, prima delle stuccature plastiche finali. Così la statua del Santo patrono, che da più di un secolo svetta nel salotto buono di Sorrento, potrà finalmente tornare all’antico splendore. “Si tratta di tecniche moderne e già concordate con i vertici della Soprintendenza – conclude l’architetto Rosario Fiorentino -. La speranza è che, complici le belle giornate primaverili, l’intervento possa concludersi nel più breve tempo possibile”.

La pulitura della statua di Sant’Antonino non ha, però, rivelato solo problemi strutturali. In questa prima fase dei lavori, che si concluderà nei prossimi giorni, i restauratori hanno potuto apprezzare la maestria con cui lo scultore Torrese scolpì il monumento. In più, è stato possibile ricostruire la sua storia recente. Che, ad esempio, negli anni Sessanta, fu ricoperto di uno smalto verde assai simile a quello tradizionalmente utilizzato per i lampioni della pubblica illuminazione con un preciso obiettivo: rendere meno visibili le incrostazioni e le piccole lesioni presenti sulla superficie.

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