Condanna del piromane del Faito, esulta il Wwf: Ma manca la prevenzione

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Ieri mattina la Corte di Cassazione ha sancito la condanna definitiva a 5 anni di reclusione per Cipriano De Martino, responsabile dell’innesco dell’incendio che, nell’estate del 2017, ridusse in cenere 18 ettari di vegetazione del monte Faito. Il Wwf – rappresentato dall’avvocato Guido Di Nola – era parte civile nel procedimento, assieme al Comune di Vico Equense, all’associazione Vas e alla Pro Faito. La Corte di Cassazione ha giudicato inammissibile il ricorso presentato dal 62enne contadino residente nella frazione collinare di Moiano, a Vico Equense.

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Era il giorno di ferragosto del 2017 quando la montagna tra Vico Equense e Castellammare di Stabia fu devastata da un violento incendio. I sospetti si concentrarono su De Martino, incastrato da alcuni video che lo immortalavano mentre a bordo della sua Ape Piaggio raggiungeva il Faito, prima che divampassero le fiamme e mentre tornava a casa, subito dopo lo scoppio dei roghi. I carabinieri perquisirono l’abitazione di De Martino trovandovi alcune bottiglie di plastica in cui sarebbe stata contenuta la benzina usata per appiccare il fuoco. Il contadino fu arrestato e condannato a sei anni e due mesi di carcere e a nulla valsero le diverse giustificazioni fornite. Poi lo sconto in appello ed ora la condanna definitiva.

“A distanza di due anni in tempi record la giustizia ha trovato un “responsabile” dell’incendio del Faito – dichiara Claudio d’Esposito presidente del Wwf Terre del Tirreno – ma restano impuniti tanti altri che in quella afosa estate mandarono in fiamme una percentuale altissima dei boschi dell’intera Regione Campania e non solo. La drammatica situazione degli incendi boschivi che colpirono l’intera nazione nell’estate del 2017 fu assolutamente senza precedenti: in un solo mese (giugno) bruciarono 26mila ettari di boschi (200 ettari solo sul Vesuvio) il 12% del nostro patrimonio. Il risultato fu così devastante che neanche un bombardamento in guerra avrebbe realizzato meglio.

Anche l’Oasi Wwf degli Astroni fu presa di mira con la distruzione di ettari di bosco di leccio e preziosa macchia mediterranea. Tuttavia, a distanza di anni, nell’ennesima stagione delle temperature da record e della siccità, effetti del Global Warming – ampiamente previsti e prevedibili – oggi il rischio che vengano appiccati nuovi incendi è ancora alto e nulla si è fatto per la prevenzione o per riparare i danni del massiccio disboscamento causato dal fuoco alle nostre montagne”.

Il Wwf ha chiesto pertanto alle amministrazioni comunali un sollecito interessamento atto a pianificare con urgenza ogni iniziativa o operazione di controllo dei boschi e delle montagne per prevenire e scongiurare nefasti futuri evitabili incendi.

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