La Noce di Sorrento è uno dei simboli più autentici della penisola sorrentina. Un prodotto che parla di terra, tradizione e lavoro silenzioso, oggi più che mai da difendere. Ieri sera, nella Sala delle Colonne del complesso della Santissima Trinità e Paradiso, a Vico Equense, si è tenuta la consegna degli attestati del corso di formazione dedicato alla salvaguardia degli ecotipi di noce Juglans regia – cultivar Sorrento.
Un progetto concreto, promosso dalla Regione Campania insieme ai Comuni ed a Slow Food, per contrastare l’abbandono agricolo e proteggere una varietà storica minacciata dai cambiamenti climatici. Oltre 300 giovani piante sono già state recuperate, innestate e cresceranno nuovamente nei campi del comprensorio sorrentino.
“Ieri sera si è respirato il senso più autentico di comunità, di appartenenza, di responsabilità verso la nostra terra – spiega il sindaco di Vico Equense, Giuseppe Aiello -. La conclusione della prima annualità del progetto sulla salvaguardia e valorizzazione della biodiversità della Noce di Sorrento ha restituito a tutti noi una certezza: quando le istituzioni, le realtà associative e i giovani camminano insieme, il territorio risponde”.
Venti ragazze e ragazzi della penisola sorrentina hanno scelto di formarsi, di sporcarsi le mani, di imparare tecniche antiche e moderne per custodire un patrimonio che non è solo agricolo, ma culturale, identitario, storico. Il loro entusiasmo è stato il segnale più forte, il vero successo di questa iniziativa.
“Tutti hanno parlato la stessa lingua, quella della cura e della visione – aggiunge il primo cittadino -. Ma non è un punto d’arrivo. A marzo si riparte, al vivaio Le Tore di Sorrento, con l’innesto delle piante. Un gesto semplice, ma potentissimo: innestare significa credere nel domani. Proteggere la biodiversità significa difendere noi stessi. E con orgoglio, possiamo dire che Vico Equense ha scelto di farlo”.





