Vico Equense. Marevivo: Più controlli contro i raid dei datterari

Nel cuore del golfo di Napoli, al largo di Vico Equense, si trova il Banco di Santa Croce, un prezioso scrigno sommerso di biodiversità marina, tra i siti Natura 2000 più importanti del Mediterraneo. In quest’area protetta, dove vige il divieto assoluto di pesca, persistono purtroppo attività illegali che minacciano un ecosistema già fragile.

Nelle ultime ore è stato anche fermato e denunciato dalla Capitaneria di porto di Castellammare, un pescatore di frodo recidivo, già condannato in passato, sorpreso nuovamente a estrarre datteri di mare. Un gesto gravissimo, che danneggia irreparabilmente la roccia e l’habitat marino.

“Un vero e proprio “ladro di mare” che, nonostante le condanne e la classificazione del reato come disastro ambientale, continua ad agire – si legge in una nota di Marevivo -. Questo episodio è allarmante, perché dimostra come la consapevolezza della gravità di questi atti sia ancora debole, alimentata da una domanda di mercato che rende l’attività redditizia. Per questo esprimiamo un forte plauso alle donne e agli uomini della Capitaneria di porto e della Guardia Costiera, che con impegno presidiano il mare e proteggono il nostro patrimonio. Il loro intervento, puntuale ed efficace, è un esempio di civismo e tutela ambientale che va riconosciuto”.

Ma gli ambientalisti chiedono anche maglie delle verifiche più strette. “Servono controlli più severi su ristoranti, pescherie e canali di vendita, dove il dattero potrebbe ancora circolare illegalmente – spiegano da Marevivo -. Anche acquistarlo o servirlo è reato, entrando così a far parte della categoria dei “ladri di mare”.

Non basta. Dall’associazione si chiede al Comune di Vico Equense, responsabile del sito, “di rafforzare le azioni di tutela e controllo permanenti sul Banco di Santa Croce. Questo tesoro non può essere visto solo come una risorsa economica: va protetto per le generazioni presenti e future. Come fondazione Marevivo confermiamo la nostra disponibilità a collaborare con le istituzioni, mettendo a disposizione volontari e competenze tecnico-scientifiche per sostenere il percorso verso il riconoscimento del Banco di Santa Croce come Area marina protetta, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030”.

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