Si chiamava Luigi Saba, aveva 59 anni e viveva a Pompei, l’uomo che l’altro giorno è stato investito da un treno della Circumvesuviana mentre percorreva la galleria dello Scrajo, tra Vico Equense e Castellammare di Stabia, a bordo della propria bici. In passato faceva l’operaio ma ormai da diversi anni non lavorava.
A quanto sembra non aveva amici né parenti che frequentava. Una persona sola e senza relazioni. Nella sua casa non è stato trovato alcun biglietto o altro che facesse presagire l’intenzione di togliersi la vita. Ma al momento sembra comunque quella del suicidio la pista più accreditata per i carabinieri della compagnia di Sorrento che indagano coordinati dal capitano Mario Gioia.
In base alle ricostruzioni venerdì mattina il 59enne è uscito dalla sua abitazione in sella alla sua bici ed ha raggiunto la stazione Eav di Torre Annunziata, dove è salito su un convoglio in direzione Sorrento. Arrivato a Vico Equense ha deciso di scendere dal treno e con la bicicletta si è diretto verso il tunnel, come se intendesse tornare indietro.
Un gesto senza senso considerato che percorrere una galleria ferroviaria a piedi (o in bici come in questo caso) è estremamente pericoloso tanto che vige l’assoluto divieto di accesso nei tunnel attraversati dai treni. Da ciò l’ipotesi del suicidio.
L’identificazione e il riconoscimento del cadavere di Luigi Saba è avvenuto ieri, tramite le impronte e attraverso la Sim del telefono. Sul corpo non sono stati trovati documenti o atri oggetti personali.





