Ultimato il restyling della statua di Sant’Antonino. La curiosa storia della lapide

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SORRENTO. Domani mattina, alle ore 10:30, la statua di Sant’Antonino sarà restituita alla città. Sono stati infatti ultimati i lavori di restauro del monumento posto in piazza Torquato Tasso, effettuati grazie al Rotary International Club di Sorrento, con la collaborazione del Comune di Sorrento e la supervisione della Soprintendenza.

“L’intervento di restyling della statua e dell’aiuola circostante è stato reso possibile anche grazie al contributo di aziende e cittadini della penisola sorrentina e alla disponibilità di tutti gli enti competenti – spiega Baldo Liguoro, promotore dell’iniziativa -. Abbiamo dovuto affrontare seri problemi anche alla statica che è risultata molto compromessa da precedenti interventi che hanno esposto la statua al rischio di crollo. Fortunatamente siamo arrivati in tempo e con il grande slancio e competenza delle maestranze interessate abbiamo superato la criticità”.

“In occasione della cerimonia di riconsegna di questa importante testimonianza di storia e di fede locale, sarà riposizionata ai piedi della statua la lapide che originariamente completava il monumento – interviene il presidente del Rotary Club Sorrento, Gaetano Spasiano – Questa gemma preziosa viene recuperata alla memoria collettiva grazie ad una generosa donazione di cui bisogna dare merito al sindaco Giuseppe Cuomo. Siamo certi che sarà anche oggetto di più approfondite indagini storiche che ci restituiranno un’altra interessante pagina che attesta la devozione di Sorrento verso Sant’Antonino. Ai giovani affidiamo la speranza di sapere tramandare sempre con entusiasmo le memorie che ci appartengono”.

Proprio dietro la stele in marmo, recante la scritta “Fidelitatis Exemplum”, si nasconde un’appassionante storia.  La lapide nel medioevo troneggiava ai piedi del patrono sulla “Porta del Piano”, quello che era il principale accesso alla città attraverso le mura che la circondavano. Quando nel 1866 il varco venne demolito la statua fu traslata in una posizione più arretrata. La muratura ed anche la lapide, invece, furono gettate in mare nella parte tra la spiaggia di San Francesco e la zona che è l’attuale porto di Marina Piccola. Resti che vennero poi sepolti con la sabbia in modo da formare un arenile.

Intorno alla metà del secolo scorso l’iscrizione venne ritrovata grazie ad un caso fortuito. Autore del rinvenimento fu l’avvocato Antonino Cuomo, che poi sarebbe diventato sindaco di Sorrento. “Eravamo adolescenti quando giocavamo a calcio nell’area ora occupata dai lidi balneari – racconta -. Un giorno nel calciare il pallone mi ferii all’alluce. Pensai di aver colpito un sasso nascosto nella sabbia ed insieme ai miei compagni di gioco decidemmo di dissotterrarlo per evitare nuovi incidenti”. Ma non si trattava di una comune pietra. “Iniziammo a scavare – spiega Cuomo – e dopo un poco venne alla luce la lapide. Capimmo subito che si trattava di un reperto antico ed allora lanciai una proposta. Poiché mio zio, Antonino Fiorentino, proprietario dell’omonima villa che oggi è sede della Fondazione Sorrento, raccoglieva cimeli storici, avremmo consegnato a lui la stele e certamente saremmo stati ricompensati”.

Così fecero e per un lungo periodo la lastra di marmo fece parte dei reperti custoditi nella residenza. “Alla morte di mio zio – aggiunge l’ex sindaco e padre dell’attuale primo cittadino, Giuseppe – sua moglie mi restituì la lapide per conservarla ed io la sistemai sull’ingresso della casa abitata da mio figlio Federico. Poi quando presero il via i lavori per il restyling della statua di Sant’Antonino decisi che era giunto il momento di restituirla alla città e, d’accordo con i miei figli, l’abbiamo fatta rimuovere e consegnata alla ditta che ha eseguito i lavori perché venisse sistemata sul piedistallo”.

Nel corso degli anni, però, l’avvocato Cuomo, da appassionato di storia locale quale è, ha cercato informazioni in merito all’iscrizione “Fidelitatis exemplum”. “In un primo momento – ammette – si pensava che fosse legata alla devozione dei sorrentini per Sant’Antonino. Poi, invece, è emerso che la posa della lastra sulla porta della città risaliva al periodo successivo alla guerra tra aragonesi ed angioini. Sorrento si schierò con i primi, che ebbero la meglio ed al termine del conflitto il re volle onorare la fedeltà dei sorrentini facendo sistemare la lapide sulla porta più importante”.

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