SORRENTO. Tassisti “furbetti”, tariffe spropositate che ledono al turismo. Una battaglia che va avanti ormai da una vita quella tra i tassisti sorrentini e le strutture alberghiere della penisola. Più di una volta ci sono state segnalate irregolarità compiute, ma mai ci era capitato di ascoltare una storia così.
La settimana scorsa un turista americano in compagnia della moglie si reca alla fermata dei taxi dinanzi all’ospedale di Sorrento. Deve raggiungere una struttura ricettiva del Capo di Sorrento e vorrebbe evitare di andare a piedi, perché gli hanno detto che in quella zona non ci sono i marciapiedi e le auto sfrecciano a tutta velocità. Il tassista gli consiglia di concordare un prezzo perché con l’attivazione del tassametro, il costo sarebbe stato certamente superiore. Il turista, ignaro, accetta la proposta immaginando che la sua destinazione fosse particolarmente lontana. Il viaggio dura meno di 5 minuti e viene percorso poco più di un chilometro. Il turista quando si rende conto di essere già arrivato capisce anche di essere stato truffato.
Una volta raggiunta la sua residenza l’uomo chiede spiegazioni al proprietario, che è costretto a scusarsi e spiegargli che da queste parti i taxi sono un mezzo di trasporto costosissimo. Il turista innervosito dal benvenuto riservatogli decide di avvisare le forze dell’ordine per segnalare l’accaduto, ma viene frenato dalla moglie, che lo invita e soprassedere.
Ci siamo informati e abbiamo scoperto che la pratica della contrattazione prima della corsa in taxi è quasi un’abitudine. C’è addirittura una donna italiana che ci confida di aver speso circa 20 euro per andare da piazza Tasso al porto di Marina Piccola. Circa 3 minuti a piedi. Storie che lasciano interdetti anche i sorrentini che naturalmente non usano i taxi, ma comunque restano infastiditi nel vedere che esistono palesi sistemi legali per truffare i vacanzieri. Tutto questo naturalmente va a discapito delle zone più lontane della penisola, che diventano praticamente irraggiungibili per chi non possiede un mezzo di trasporto proprio.
“Avevamo creato un piano tariffario predeterminato che consentiva al cliente di poter sapere prima di entrare in macchina quanto costava la corsa – dichiara il vice sindaco con delega alla Mobilità, Giuseppe Stinga – ma la categoria dei tassisti dopo soli 40 giorni dall’attivazione si rifiutò di proseguire con quelle tariffe”.
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