Via libera al ritorno a casa per gli sfollati del palazzo di via degli Aranci

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SORRENTO. Probabilmente potranno trascorrere il Natale nelle proprie abitazioni. Per dodici delle sedici famiglie di sfollati del palazzo di via degli Aranci inagibile ormai da quasi due mesi l’incubo sta per finire.

 

Una recente perizia tecnica ha evidenziato che non ci sono rischi per la tenuta statica dell’edificio. Gli inquilini degli appartamenti che sorgono ai piani alti, quindi, nel giro di qualche giorno potranno fare rientro a casa.

La conferma arriva dal dirigente dell’ufficio tecnico comunale, l’ingegnere Alfonso Donadio, il quale fa sapere che effettivamente il via libera è arrivato ed a breve sarà comunicata ai residenti la possibilità di accedere nuovamente alle abitazioni.

Una buona notizia per la maggior parte dei 25 condomini del palazzo, ma che non riguarda tutti. I residenti degli appartamenti del piano terra dovranno ancora sopportare i disagi legato allo sgombero in quanto le loro case sono quelle che hanno subito i danni maggiori in seguito al cedimento verificatosi lo scorso 11 ottobre, quando si sono aperte profonde crepe nei muri perimetrali e lungo i pavimenti.

Il fabbricato, edificato alcuni decenni fa in base alla normativa per l’edilizia popolare, prima dell’evacuazione era oggetto di lavori di ristrutturazione. Si ritiene che il cedimento sia stato provocato proprio da uno scavo lasciato aperto per diversi giorni alle spalle del palazzo per interrare la nuova condotta fognaria. Nel corso dei forti temporali che hanno caratterizzato la prima parte dell’autunno la pioggia sarebbe trapelata attraverso la buca, fino a raggiungere le fondamenta che poggiano su di un terrapieno, arrivando, poi, a determinare il dissesto. Quando i danni si sono manifestati si è proceduto allo sgombero del palazzo, con gli inquilini alloggiati a spese del Comune presso l’hotel Cavour di via Capo.

Una situazione che ha spinto il Tribunale di Torre Annunziata a nominare un consulente d’ufficio chiamato ad effettuare un accertamento tecnico preventivo. Anche l’amministrazione, su indicazione del sindaco Giuseppe Cuomo, ha deciso di costituirsi nella procedura “per la difesa dei propri interessi e per conseguire una perizia da parte di propri incaricati professionisti per conoscere e valutare in modo diretto la situazione e le determinazioni da assumere, per quanto e nei limiti della competenza comunale”.

Una direttiva che ha portato alla nomina dell’ingegnere Roberto Petraccone quale tecnico di parte, il quale ha deciso di avvalersi anche della collaborazione dell’ingegnere Giovanni D’Amato. Quest’ultimo, già nel 2000, aveva prodotto, su incarico dell’amministrazione comunale del tempo, una dettagliata e documentata perizia sulla situazione del palazzo sgomberato l’11 ottobre. Si trattava di uno studio volto ad ottenere il collaudo statico dell’edificio.

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