Ticket di ingresso come a Venezia: il pensiero dei sindaci di Sorrento, Positano e Capri

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Ticket di ingresso si, ticket di ingresso no. Il dubbio amletico attanaglia anche gli amministratori pubblici delle località turistiche più gettonate della Campania dopo l’avvio della sperimentazione a Venezia. La città lagunare ha imposto per i gitanti mordi e fuggi una sorta di pedaggio per accedere nel centro storico pari a 5 euro. Sono ovviamente esentati dal pagamento i residenti in tutta la Regione Veneto ed anche chi è ospite delle strutture ricettive presenti nell’ambito comunale considerato che già versa l’imposta di soggiorno.

Una iniziativa voluta dal sindaco Luigi Brugnaro per arginare l’assalto alla sua città, considerata una delle più fragili al mondo e per questo assolutamente da salvaguardare. Ma si può pensare di importare il dispositivo anche in altre località? E soprattutto si può pensare di farlo nelle perle della Campania, anche loro negli ultimi anni alle prese con l’overtourism e l’assalto indiscriminato.

Chi è possibilista a riguardo è il primo cittadino di Sorrento, Massimo Coppola. “Non sono aprioristicamente contrario ad un provvedimento che può migliorare la vivibilità di un territorio – puntualizza -. Ovviamente parliamo di realtà molto diverse tra loro. Per poter applicare un meccanismo analogo in penisola sorrentina dovremmo coinvolgere tutte le amministrazioni del comprensorio. Tra l’altro già da tempo tutti insieme lavoriamo in sinergia con gli operatori del turismo, le forze dell’ordine e le aziende di trasporto, con Anas e sotto la supervisione del prefetto di Napoli per trovare una soluzione al problema traffico e quella introdotta a Venezia potrebbe essere la strada giusta”.

Andrebbe però studiata una modalità ad hoc per applicare il sistema del ticket. “Al momento guardiamo con attenzione alla sperimentazione avviata dall’amministrazione Brugnaro – conferma Coppola -. Se dovesse dare i frutti sperati perché non adottare il sistema, magari adattandolo alle nostre esigenze? Anche da noi c’è il turista che soggiorna e quello mordi e fuggi che arriva per poche ore e congestiona il territorio. Per fronteggiare questa forma di overtoruism servirebbero norme nazionali se non europee, ma in mancanza è giusto che le amministrazioni locali si organizzino come possono”.

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Di parere diametralmente opposto il sindaco di Positano, Giuseppe Guida. “Sono contrario per principio ad imporre il numero chiuso, in particolare in un territorio come la Costa d’Amalfi che ha sempre fatto dell’accoglienza il proprio stile – mette in chiaro -. Senza dimenticare che ci sarebbero anche oggettive difficoltà logistiche considerato che abbiamo più punti di accesso che non potrebbero essere monitorati tutti in modo semplice. Ritengo inoltre che questi due anni post pandemia abbiamo prodotto flussi eccezionali per il comparto del turismo, ma già ora si va verso una normalizzazione con numeri meno eclatanti”.

Tra l’altro Positano e la Costiera Amalfitana hanno già introdotto delle limitazioni agli accessi. “La mia amministrazione ha varato la Ztl che limita l’accesso ai veicoli di dimensioni maggiori in alcune strade della nostra città, mentre Anas ha attivato già da tempo l’ordinanza che disciplina il transito dei bus lungo la statale 163 – aggiunge il sindaco Guida -. Inoltre in alcuni giorni in cui si prevede un maggiore afflusso abbiamo anche le targhe alterne a disciplinare il transito lungo l’Amalfitana. Ed ora siamo al lavoro per introdurre la Ztl territoriale tra Vietri sul Mare e Positano, provvedimento che per poter essere applicato richiede una modifica del Codice della strada che è già stata approvata dalla Camera. Una volta che avrà ottenuto il via libera definitivo in Parlamento potrà rappresentare un metodo da applicare anche in altre aree d’Italia caratterizzate da vie d’accesso dalla carreggiata ridotta e frastagliata, penso ad esempio alle Cinque Terre”.

capri

Ma in Campania c’è anche chi ha già attivato un meccanismo simile a quello del ticket introdotto a Venezia. Ci riferiamo a Capri. Per mettere piede sull’isola più glamour del mondo già da qualche anno bisogna pagare la tassa di sbarco. “Abbiamo previsto questo meccanismo invece dell’imposta di soggiorno perché è più controllabile – spiega il sindaco di Capri, Marino Lembo -. Ad Ischia, invece, poiché c’è un numero maggiore di alberghi, hanno preferito mantenere l’imposizione tradizionale che ricade sui turisti ospiti delle strutture ricettive ancorché su quanti arrivano sull’isola”.

Tra l’altro quest’anno l’importo del balzello per visitare Capri è anche aumentato, anzi è raddoppiato. “A partire da questa stagione abbiamo portato la tassa di sbarco da 2,50 a 5 euro – conferma Lembo -. Tra il nostro Comune e quello vicino di Anacapri ricaviamo un gettito di circa due milioni di euro annui. Si tratta di cifre che utilizziamo esclusivamente per migliorare l’accoglienza ed i servizi offerti agli ospiti, in particolare per quanto concerne la pulizia del territorio». E pagare un importo tutto sommato accettabile sapendo che quei soldi vengono utilizzati per la cura del territorio non dispiace ai turisti. «Ho valutato le reazioni e credo che gli ospiti comprendano lo scopo dell’amministrazione – conclude Lembo -. Tornando a Venezia credo che sia stata anche una scelta dettata dalla necessità di far fronte a flussi giornalieri esagerati, che la città non era più in grado di sopportare”. E allora ben venga il ticket di accesso.

Interviste del nostro direttore per Il Mattino.

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