SORRENTO. È emergenza per le donazioni di sangue in penisola sorrentina. Da diversi mesi, infatti, nel territorio compreso tra Vico Equense e Massa Lubrense non è più attivo un centro immuno-trasfusionale nell’ambito del servizio sanitario pubblico. Una vicenda che ha spinto la locale sezione del Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva a ricorrere alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata ed anche alla Corte dei Conti.
Il tutto è legato al riassetto della rete trasfusionale ed al piano di rientro dal dissesto della Regione Campania. Provvedimenti che hanno portato ad individuare come sede delle attività di raccolta del plasma, nell’ambito dell’Asl Napoli 3-Sud, l’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia. Struttura che poi doveva essere affiancata da tutta una serie di centri di raccolta periferici. Uno di questi avrebbe dovuto servire la penisola sorrentina.
In realtà fino a poco tempo addietro un punto per le donazioni era operativo presso il Santa Maria della Misericordia di Sorrento. Poi i vertici dell’Asl hanno ritenuto che i locali non fossero più a norma e deciso per il suo trasferimento presso il distretto sanitario di Sant’Agnello. Una nuova dislocazione che non avrebbe procurato grossi disagi ai donatori.
Quindi lo scorso 26 febbraio il commissario straordinario dell’Asl Napoli 3-Sud ha dato il via libera al cambiamento di sede. Vengono acquistati i macchinari e gli arredi per le due stanza da destinare al servizio di raccolta del sangue. “Ma quando finalmente, dopo ben più di tre mesi, si era in procinto di rendere operativo il centro – affermano i responsabili locali del Tribunale per i Diritti del Malato -, tutto il procedimento ha subito un blocco determinato dall’ostinata protesta di un’Associazione di volontariato che opera all’interno del Distretto 59, senza alcun titolo ufficiale, collaborando con la responsabile dell’ambulatorio di Oncologia che occupa ben 4 stanze allocate al terzo piano della struttura distrettuale. Di quei locali soltanto 2 sono indispensabili per l’operatività dell’ambulatorio di Oncologia e solo 2 sono stati sempre usati”.
Le rimostranze di coloro che si occupano delle prestazioni oncologiche, sempre secondo le denunce dei rappresentanti di Cittadinanzattiva, hanno spinto il commissario dell’Asl, Salvatore Panaro, a fare dietro-front e ad emanare un nuovo provvedimento, datato 9 luglio, con il quale si annulla la precedente delibera e la disponibilità delle stanze presso il distretto sanitario di Sant’Agnello. Il motivo, secondo quanto si legge nel dispositivo del manager, sarebbe legato alla necessità di “avviare un supplemento di istruttoria finalizzato alla realizzazione di centri di raccolta sangue nella penisola sorrentina ed altresì a garantire il regolare funzionamento del day hospital oncologico presso il distretto 59 dell’Asl”.
Una tesi che non è condivisa dal Tribunale per i Diritti del Malato che ha, quindi, richiesto l’intervento della Procura oplontina ed anche della Corte dei Conti in quanto si ritiene che “ci troviamo di fronte all’interruzione di un pubblico servizio, ad un modo alquanto anomalo di gestire la sanità pubblica ed allo sperpero di soldi pubblici se pensiamo a quelli spesi per l’acquisto di attrezzature che giacciono inutilizzate”.
Intanto i donatori di sangue della penisola sono costretti a raggiungere il centro di raccolta del San Leonardo con aggravio di costi e di disagi.