Ci sarebbero state le prime ammissioni da parte degli indagati nella tangentopoli sorrentina. Nella giornata di ieri alcuni dei soggetti coinvolti nell’inchiesta, come riporta Dario Sautto su Il Mattino online, avrebbero scelto di rispondere alle domande del gip Mariaconcetta Criscuolo e del pm Giuliano Schioppi, “fornendo una propria versione difensiva e, in alcuni casi, ammettendo i propri addebiti”.
In primis ci sarebbe Danilo Amitrano, legale rappresentante de “La Fenice”, affidataria di alcuni eventi per conto del Comune di Sorrento. L’associazione e ritenuta dagli inquirenti una sorta di bancomat dell’ex sindaco Massimo Coppola, che era in possesso della carta collegata al conto corrente, con la quale avrebbe effettuato spese per vacanze, viaggi, beni di lusso, costosi orologi e cravatte.
Dalle indagini, coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, è emerso che alla “Fenice” sarebbero andati almeno 85mila euro, dei quali ben 34mila euro sarebbero stati spesi per acquisti privati dallo stesso Coppola, anche per pagare una vacanza in un resort insieme a Raffaele Guida, “Lello il sensitivo”. Per gli inquirenti, Amitrano era solo un prestanome.
Ascoltati ieri anche il tecnico Gennaro Esposito, l’ex consigliere comunale e commercialista Vincenzo Sorrentino, il progettista Vincenzo Rescigno e l’imprenditore Luigi Di Palo. Tutti hanno fornito la propria versione dei fatti.
L’altro giorno, invece, sia l’ex sindaco Coppola, che Guida, ritenuti i protagonisti principali nell’inchiesta della Guardia di Finanza e della Procura di Torre Annunziata sulle presunte irregolarità nell’assegnazione degli appalti a Sorrento, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Lo stesso avevano fatto anche gli imprenditori Mario Parlato, Luigi Todisco, e i due cugini omonimi Aniello Vanacore. All’inizio della prossima settimana saranno ascoltati gli altri 5 indagati finiti agli arresti domiciliari.
Martedì scorso 16 persone sono state arrestate con le accuse – a vario titolo – di corruzione, peculato e turbativa d’asta, nell’ambito delle indagini condotte dai finanzieri del Gruppo di Torre Annunziata e della compagnia di Massa Lubrense (guidati dal colonnello Gennaro Pino e dal capitano Francesco Tartaglione) e coordinate dalla Procura oplontina (procuratore Nunzio Fragliasso, aggiunto Giovanni Cilenti, sostituto Giuliano Schioppi).